Mittente Battista Giuseppe Destinatario Aprosio Angelico
Data 26/1/1649 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Grottaglie Luogo di arrivo
Incipit I tumulti di Napoli mi trassero a viva forza nella patria
Contenuto e note Battista ritorna in "patria" [Grottaglie di Taranto] a causa dei tumulti napoletani [l'insurrezione capeggiata da Masaniello] e accusa i sintomi di una malattia. Ricorda i pini [di Galeso] sotto l'ombra dei quali "desiderava spirare il Venosino" [allusione ad Orazio, Odi, II, 6, 9 sgg.] Attraverso la mediazione del "Signor Flavio" [Ventriglia], Aprosio prende possesso di una copia degli "Epigrammi" di Battista [Napoli, Beltrano, 1648], il quale auspica di tornare per settembre a Napoli, dove spera di dare alle stampe le "Poesie Toscane" ['Poesie meliche', pubblicate a Venezia nel 1653], il cui manoscritto fu rubato durante l'estate, e le "fatiche accademiche" ['Le Giornate accademiche', pubblicate postume a Venezia nel 1673], quest'ultime composte grazie al sostegno offertogli da Giovan Battista Manso [principe dell'Accademia degli Oziosi].
Fonte o bibliografia Gino Rizzo, Lettere di Giuseppe Battista al padre Angelico Aprosio, "Studi secenteschi", XXXVIII, 1997, pp. 267-318, pp. 279-280.
Compilatore Riga Pietro Giulio
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