Mittente Battista Giuseppe Destinatario Aprosio Angelico
Data 9/2/1647 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Napoli Luogo di arrivo
Incipit Le contumacie, come favella Vostra Signoria Reverendissima
Contenuto e note Battista argomenta un detto del "Comico", per il quale gli sdegni fomentano l'amore nella persona amata [cfr. Plauto, Amph, 938 sgg.], e invita l'Aprosio a riposarsi; attende le sue "Opere" affinché possa avvalorare, attraverso i concetti esposti in esse, le convinzioni maturate nella 'Poetica' [Venezia, Combi e La Noù, 1676], composta su commissione di [Giovan Battista] Manso. Battista ringrazia l'Aprosio per le lodi ricevute per i suoi epigrammi, promettendo di ospitare nelle "Centurie" e nel "Canzoniere" [rispettivamente 'Epigrammatum centuriae tres', Napoli, Beltrano, 1648 e 'Poesie meliche', Venezia, Baba, 1653] versi in suo onore; invia due componimenti da inserire nelle "Vite de' Dipintori" ['Le Meraviglie dell'arte, overo le vite degli illustri pittori veneti e dello stato', pubblicate a Venezia, Sgava, 1648] di Carlo Ridolfi; menziona [Marco Aurelio] Severino (Severini) e manda saluti a [Scipione] Errico.
Fonte o bibliografia Gino Rizzo, Lettere di Giuseppe Battista al padre Angelico Aprosio, "Studi secenteschi", XXXVIII, 1997, pp. 267-318, p. 278.
Compilatore Riga Pietro Giulio
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