Mittente Tolomei Claudio Destinatario Contile Luca
Data 25/4/1543 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo
Incipit Non so se forse m'haverete tenuto per discortese, poi che io non ho risposto a tre vostre lettere
Contenuto e note Il Tolomei non ha risposto a tre lettere del Contile ma non vorrebbe essere ritenuto "discortese" o "villano". Chiede anzi ch'egli si "inganni" un poco e creda che "questa non fusse stata discortesia, ma più tosto qualche giusto impedimento". E adduce, come impedimento e scusa, "il troppo ozio, nel qual marcisco", oltre a un "fastidioso catarro" che lo ha "assalito" per quattro mesi. Benché sia stato impedito dalla malattia e non abbia risposto alle lettere, tuttavia non ha mancato di compiere quegli "offizii che per le vostre lettere mostravate disiderare". E di ciò, dice il Tolomei, "so ben che sete stato a pieno ragguagliato da messer Alessandro Bellanti, amico nostro comune". Di un'altra "faccenda" - [di cui probabilmente scrisse il Contile nell'ultima lettera] - "intenderete a bocca da messer Alessandro", dice il Tolomei, "se sarete in corte" [in quel periodo il Contile serviva ancora il cardinale Agostino Trivulzio ma spesso risiedeva a Milano presso Alfonso d'Avalos, marchese del Vasto; è difficile identificare dunque la "corte" cui si allude]. La lettera si chiude con un riferimento alla propria indole, una "severa e sdegnosa Imperadrice".
Fonte o bibliografia Claudio, Tolomei, De le lettere di messer Claudio Tolomei libri sette con una breve dichiarazione in fine di tutto l’ordin de l’ortografia di questa opera, Venezia, Gabriel Giolito de Ferrari, 1547, c. 38r
Compilatore Carlessi Mario
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