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Mittente |
Tolomei Claudio |
Destinatario |
Dati Giorgio |
Data |
12/4/1541 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Non vorrei messer Giorgio che le vostre cortesi parole m'obbligasseno in tal modo |
Contenuto e note |
Tolomei vuole onorare il destinatario introducendolo come interlocutore ("ragionatore") di un suo dialogo. Spiega, poco più avanti, come "i ragionatori" spesso "ricevan fama da quelli autori da cui sono stati introdotti a ragionare": come successe per esempio a Filebo, Teeteto ed Eutidemo, nomi ora dimenticati se non fosse per i dialoghi di Platone loro intitolati. Chiarisce poi che il dialogo tratta dell'imitazione e che vuole scriverlo non per esaurure l'argomento ma perché "scrivendone male infiammarò forse qualcuno a scriverne meglio; e farò (come diceva Antigenide) ben co le male lettere a le buone lettere". Eccellendo in modestia, infatti, il Tolomei aveva da poco parlato de la sua "ignoranza", peggiore di quella di Socrate "perché io non so quel ch'io sappi, né quel ch'io non sappi". |
Fonte o bibliografia |
Claudio, Tolomei, De le lettere di messer Claudio Tolomei libri sette con una breve dichiarazione in fine di tutto l’ordin de l’ortografia di questa opera, Venezia, Gabriel Giolito de Ferrari, 1547, c. 34v |
Compilatore |
Carlessi Mario |
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