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Mittente |
Tolomei Claudio |
Destinatario |
Mantino [Paolo] |
Data |
13/12/1535 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
San Silvestro |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Farei certamente grande ingiuria all'amor che voi mi portate, se de le mie disgrazie |
Contenuto e note |
[Claudio Tolomei si trova in un momento difficile della sua vita: il cardinale Ippolito de' Medici è morto da pochi mesi (10 agosto 1535) ed egli è privo di un signore a cui offrire i suoi servigi]. Nella lettera si lamenta della sua mala sorte [citando due versi di Bembo (?Asolani? III,9)] che gli ha impedito di godere della generosità di un "nobilissimo Principe". [Il riferimento va con tutta probabilità al papa, che in quel momento era Paolo III Farnese, e che infatti fu colui grazie al quale il Tolomei risolverà i propri problemi economici diventando presidente del Consiglio Supremo di Giustizia del ducato di Parma e Piacenza nel 1545. Anche altrove Tolomei si riferisce al papa con l'appellativo di "Principe": cf. ad es. la lettera del 15 ottobre 1543 al vescovo di Brescia, Andrea Corner, incipit "Intesa la morte del Riverendissimo Cardinal restai per alquanto di spazio molto smarrito", ibid. c. 33r]. Scrive al "Maestro Pavolo" affinché egli possa, come il Cremete [dell'?Heautontimorùmenos?] di Terenzio, "o consigliando, o consolando, o aiutando giovarmi". |
Fonte o bibliografia |
Claudio, Tolomei, De le lettere di messer Claudio Tolomei libri sette con una breve dichiarazione in fine di tutto l’ordin de l’ortografia di questa opera, Venezia, Gabriel Giolito de Ferrari, 1547, c. 29r |
Compilatore |
Carlessi Mario |
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