Mittente Tesauro Emanuele Destinatario Francia (Borbone) Maria Cristina di
Data 15/11/1656 Tipo data Effettiva
Luogo di partenza Torino Luogo di arrivo [Torino]
Incipit Da poi che il serenissimo principe Maurizio rinonziò le abadie
Contenuto e note Emanuele Tesauro scrive a Cristina di Francia riguardo al rischio di perdere una rendita annua di “ducatoni duecento” sopra “l’abadia di San Balegno” [San Benigno di Fruttuaria in Canavese; cfr. la lettera dello stesso giorno mandata a Filippo San Martino d’Agliè, incipit "Due grandissimi benefici ho ricevuto dalla benigna mano di Madama Reale"]. Dopo la rinuncia di Maurizio di Savoia a tutte le sue abbazie [da cui Tesauro traeva benefici finanziari, in quanto protetto del principe cardinale], Tesauro aveva ottenuto la rendita annuale della suddetta abbazia per concessione papale e grazie al possesso del principe Eugenio [di Savoia-Soissons]. La rendita era stata confermata anche dopo la morte del principe Tommaso [di Savoia Carignano, padre di Eugenio, avvenuta il 22/1/1656], ma ora la proprietà sta per essere trasferita in mani diverse da quelle del benigno principe Eugenio. Tesauro chiede pertanto che la sua rendita continui, ciononostante, ad essere preservata, unica ricompensa che gli rimane “di una lunga e faticosa servitù” nei confronti dei principi “Filiberto [di Savoia Carignano, figlio di Tommaso di Savoia e fratello di Eugenio] ed Emanuele [Carlo Emanuele II di Savoia, figlio di Cristina di Francia ed erede del ducato] ne’ loro studi”. Promette infine che consacrerà alla servitù della casa dei Savoia anche gli ultimi anni che gli rimangono, se gli sarà assicurata questa piccola entrata finanziaria.
Fonte o bibliografia Emanuele Tesauro, ‘Scritti’, a cura di Maria Luisa Doglio, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2004, p. 142, lettera 6.
Compilatore Cutrì Maicol
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