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Mittente |
Tesauro Emanuele |
Destinatario |
Rubatto [Giovan Francesco] |
Data |
16/7/1646 |
Tipo data |
Effettiva |
Luogo di partenza |
Ivrea |
Luogo di arrivo |
Torino |
Incipit |
Mi rallegro che si cominci a disporre il signor suo fratello |
Contenuto e note |
Emanuele Tesauro scrive al “colonnello Rubbati” [Giovan Francesco Rubatto o Rubati, secondo la Doglio, cfr. il contributo segnalato nel campo Fonte, p. 176] in risposta a una missiva precedente. Si rallegra che il fratello di Rubbati si appresti a seguire le sue “intenzioni” e si rattrista di non aver ancora ricevuto risposta dal “padre di Masserano” [Paolo Besso Ferrero; cfr. la lettera allo stesso Rubbati del 4/7/1646, incipit "Ricevo quella di Vostra Signoria e mi rallegro che"]: probabilmente questi sta ancora cercando di ottenere il passaporto [per uscire dal Piemonte, eludendo i territori sorvegliati dagli spagnoli]. Informa che il modo migliore per uscire dal Piemonte sarà andare a Piacenza passando da Genova, come già fece “il signor Rasino” [Gian Michele Rasini, “senatore di Piemonte”, nota della Doglio]. Si rammarica infine che le rendite ecclesiastiche di quell’anno, tra cui le sue, verranno requisite dal senato di Piemonte. |
Fonte o bibliografia |
Emanuele Tesauro, ‘Scritti’, a cura di Maria Luisa Doglio, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2004, p. 137, lettera 3. |
Compilatore |
Cutrì Maicol |
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