Mittente Del Monte Giovanni Maria; Cervini degli Spannocchi Marcello Destinatario Della Casa Giovanni
Data 19/3/1548 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Bologna Luogo di arrivo Venezia
Incipit L'ultime nostre a Vostra Signoria Reverenda furono d'i XII con le quali gli demmo aviso
Contenuto e note L'ultima lettera inviata dai legati pontifici al Concilio di Trento, Giovanni Maria Del Monte [futuro papa Giulio III] e Marcello Cervini degli Spannocchi [futuro papa Marcello II], a Giovanni Della Casa è quella del 12 [marzo 1548: "Alla lettera di Vostra Signoria Reverenda d’i VII non ci occorre di rispondere altro"] con la quale lo avevano informato del passaggio [da Bologna] di Giuliano Ardinghelli. [Ardinghelli infatti si stava recando a Trento dal vescovo Cristoforo Madruzzo per ordine del cardinale Alessandro Farnese e poi da lì alla corte cesarea]. I legati hanno ricevuto la lettera del nunzio del 14 [marzo 1548] con gli aggiornamenti da Costantinopoli. [Al riguardo vedi la lettera di Della Casa del 14 marzo "Io hebbi la lettera di Vostra Signoria Illustrissima per mano di Messer Marco Antonio Maffei" dove però non si tratta dell'Impero ottomano. Tuttavia il nunzio potrebbe avere spedito insieme alla lettera copia degli avvisi]. I legati confermano di aver inviato il plico al "Signor Camillo" [Orsini, al quale era stato affidato il governo di Parma dopo l'assassinio di Pier Luigi Farnese] e aggiungono di non avere notizie dei sei deputati inviati a Roma. [Si tratta della deputazione chiesta dal pontefice Paolo III (al secolo Alessandro Farnese) per difendere la traslazione del Concilio a Bologna; questa era composta da Giovanni Michele Saraceni, arcivescovo di Matera e Acerenza; Tommaso Campeggi, vescovo di Feltre; Luigi Lippomano, coadiutore di Verona; Filippo Archinto, vescovo di Saluzzo; Giambattista Cicala, uditore della Camera apostolica; Sebastiano Antonio Pighini, vescovo di Alife, cfr. la lettera del 3 marzo 1548: "Non havendo havute per il procaccio passato lettere di Vostra Signoria Reverenda". La presente lettera è trascritta da Trifone Benci, segretario del Concilio, mentre le firme sono autografe dei legati (vedi Irene Tani, Nuove riflessioni sul codice Vat. lat. 14830, in c.s.). Il giorno 19 marzo 1548 i legati inviano al nunzio una seconda lettera "Doppo scritta l'altra, havemo inteso con molto dispiacere la morte" e Cervini la lettera "Per la lettera di Vostra Reverenda d'i 14 ho intesa la modificatione"].
Fonte o bibliografia Giovanni Della Casa, Corrispondenza con i legati al Concilio di Trento, edizione e commento a cura di Monica Marchi, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2020, p. 237 (nr. 154)
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