Mittente Della Casa Giovanni Destinatario Del Monte Giovanni Maria; Cervini degli Spannocchi Marcello
Data 17/2/1547 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Venezia Luogo di arrivo [Trento]
Incipit Io non havea saputo che i 400 scudi che le Signorie Vostre Reverendissime mi hanno fatto rimetter a conto
Contenuto e note Il nunzio apostolico a Venezia, Giovanni Della Casa, si scusa con i legati pontifici al Concilio di Trento, Giovanni Maria Del Monte [futuro papa Giulio III] e Marcello Cervini [futuro papa Marcello II], per la sua lettera del 12 [febbraio 1547] [vedi lettera "Sono avisato da Roma che Sua Beatitudine ha ordinato che siano portati"], nella quale sosteneva di non avere ancora ricevuto i quattrocento scudi. [Si riferisce qui a un prestito a favore dei legati: nonostante l'invio di mille scudi nel giugno e nuovamente nell'agosto del 1546 (cfr. la lettera "Mandiamo Antonio Manelli nostro familiare et apportatore della presente a posta" e "Questa sera per Antonio Manelli nostro familiare havemo ricevuta la lettera di Vostra Signoria Reverenda d'i 16"), nell'ottobre successivo i legati furono costretti a chiedere mille scudi a Della Casa. Con la lettera "Venendo il nostro messer Ludovico, non occorre che facciamo lunga lettera", Del Monte e Cervini avevano comunicato al nunzio la restituzione dei primi quattrocento scudi; al riguardo vedi Giovanni Della Casa, Corrispondenza con i legati al Concilio di Trento, edizione e commento a cura di Monica Marchi, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2020, lettere 74, 75, 79, 81, 87, 94, 104, 180 e 193]. "Messer Romolo" [Cervini, fratello del legato Marcello] ha spiegato per lettera a Della Casa che la persona incaricata del pagamento [forse tale Alessandro Alberti menzionato nella lettera "Havemo preso grandissimo dispiacer de intender per la lettera di Vostra Signoria Reverenda"] ha depositato la polizza bancaria dai "Giunti" e che questi non avevano avvertito il nunzio. [Infatti, oltre alla stamperia, Tommaso e Giovanni Maria Giunti gestivano un'attività bancaria]. Il nunzio aggiunge che Romolo lo ha anche avvertito dell'arrivo di un secondo versamento di cinquecento scudi. Della Casa comunica che "Ramon" [Gabriel de Luetz, Baron et Seigneur d’Aramon et de Vallabregues; ambasciatore francese] si trova a Venezia da sei giorni, in procinto di partire verso Costantinopoli per conto del "Re christianissimo" [Francesco I, re di Francia]. Si tratta di una minuta esemplata da Erasmo Gemini, segretario di Della Casa (vedi Irene Tani, Nuove riflessioni sul codice Vat. lat. 14830, in c.s.). I legati danno conto della ricezione della presente nel poscritto della lettera del 22 febbraio 1547: "Havemo preso grandissimo dispiacer de intender per la lettera di Vostra Signoria Reverenda"].
Fonte o bibliografia Giovanni Della Casa, Corrispondenza con i legati al Concilio di Trento, edizione e commento a cura di Monica Marchi, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2020, p. 154 (nr. 76)
Compilatore Tani Irene
Torna all’elenco dei risultati