Mittente Loredano Giovan Francesco Destinatario Aprosio Angelico
Data 11/6/1650 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Vigodarzere Luogo di arrivo
Incipit Stimo vantaggio di Vostra Signoria ch'io di quando in quando sfoghi la mia passione
Contenuto e note Loredano confessa all’Aprosio che lo sfogo della propria passione nasce da amore geloso, non da amore difettivo verso il frate, richiamando ancora la questione della lettera dall’Aprosio scritta a [Francesco Maria] Gigante [nella quale il frate denigrava il Loredano che a sua volta in uno dei suoi ‘Ragguagli di Parnaso’ aveva criticato padre Angelico]. Ma, citando Tacito [Annales, I, 13], Loredano reputa bene che cali il silenzio su colui verso il quale si nutre maggior risentimento. Quella lettera scritta al Gigante e da questi fatta stampare in Roma giustifica da sola le lamentele del Loredano verso l’Aprosio; e, in realtà, Loredano nel suo ‘Ragguaglio’ non solo non voleva denigrare, voleva bensì lodare l’Aprosio e sottolineare il fatto che questi stampava sì sotto nome di diversi, ma che le fatiche erano tutte sue. Per di più, [Tommaso] Stigliani (che il Loredano chiama “mio amicissimo”), leggendo quel ‘Ragguaglio’ loredaniano se ne sdegnò a suo tempo al punto che all’autore di esso, reputato essere “troppo partiale” verso l’Aprosio, non ha più scritto né più donata, come avrebbe voluto, una sua opera. E come avrebbe potuto, poi, il Loredano dir male di uno (l’Aprosio) dal quale aveva a sua volta ricevuto lodi? Passando ad altro, afferma di aver ricevuto da [Pier Francesco] Passerini gli ‘Schediasmata Academica’ [Piacenza, Bazachi, 1650] nei quali ha trovato il proprio nome “honorato … al più alto segno”. Dice quindi di includere nella lettera una risposta al padre [Fulgenzio] Arminio [Monforte da Avellino] ripromettendosi di corrispondere alle di lui gentili espressioni. È vero sì che il pulpito della chiesa del convento veneziano di San Lorenzo ha mille pretendenti e che quelle monache “non si scordano d’essere donne”; ciononostante Loredano interporrà i propri uffici [forse affinché l'Arminio possa venirvi a predicare]. Si pone in attesa di ricevere la novella promessagli dall’Aprosio da inserire nel terzo volume delle ‘Novelle amorose de' Signori Accademici Incogniti’ che si stamperà di lì a un mese circa [ma Venezia, 1651], e si rimette all’Aprosio nel caso qualche altro suo amico desideri collaborare con altre novelle. Attualmente Loredano si ritrova in villa [Vigodarzere] intento a dar l’ultima mano alla sua opera intitolata ‘Gradi dell’anima. Parafrase sovra i Salmi graduali di Davide’ [Venezia, Guerigli, 1651]. Il sig. [Pietro] Michiele è (provveditore?) a Burano dove gode di miglior fortuna. Conclude, nel postscriptum, che la lettera ricevuta da [Pier Francesco] Passerini sembra datata 6 aprile, nonostante gli sia capitata solo in quel momento. Prega dunque l’Aprosio che, scrivendo al Passerini, lo giustifichi presso questo signore [della mancata risposta].
Fonte o bibliografia G. L. Bruzzone, L’amicizia fra due letterati seicenteschi: Gio Francesco Loredano e P. Angelico Aprosio, “Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti”, CLIII (1994-1995), pp. 362-63 (lettera XIV). Fonte manoscritta: Genova, Biblioteca Universitaria, ms. E.V.19, Lettere del famosissimo Loredano al P. Fra Angelico Aprosio Agostiniano
Compilatore Giulietti Renato
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