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Mittente |
Boselli Cipriano |
Destinatario |
Magliabechi Antonio |
Data |
1/12/1671 |
Tipo data |
Effettiva |
Luogo di partenza |
Pistoia |
Luogo di arrivo |
Firenze |
Incipit |
Ricevo la lettera dalla sapienza di Vostra Signoria dettata, con la nobile erudizione |
Contenuto e note |
[Autografa] Cipriano Boselli confessa che i propri quinterni sono tanto ricchi di erudizione altrui da assumere le proporzioni di un vasto mare dove si possono fare “felici naufragi”. Riconosce come Magliabechi, con la lettera che gli ha inviato, vi offra il contributo di un torrente della sua sapienza che tuttavia, a maggior gloria di Magliabechi e sua, Boselli sottopone all’"onorato cimento della censura". Non condivide la disistima verso Giulio Firmico [Materno] dimostrata dal corrispondente, concorde in questo con [l’umanista francese Henri Valois, noto come Henricus] Valesius. Non vorrebbe che “noi altri italiani dal fasto oltramontano apprendessimo a dispregiare gli eruditi, ma a fregiar di modestia le nostre carte”. Contro Magliabechi secondo il quale Giulio Firmico scrisse alcuni suoi libri negli ultimi anni del regno di Costantino e altri sotto i suoi figli, Boselli sostiene che tutta l’opera dell’autore è successiva al regno di Costantino. La lettera [che si presenta come un trattatello di erudizione antiquaria] passa poi ad argomentare sulle date della creazione a cesari dei quattro figli di Costantino e sulla data della consacrazione episcopale di S. Ilario [di Arles] che non sarebbe avvenuta, come vuole Magliabechi, nel 430. Boselli conclude che, pur facendo gran conto delle posizioni [di Magliabechi], queste gli hanno giovato a confermarsi “nelle concepite idee”. Ha tardato a spedire questa lettera rispetto ai tempi promessi nella precedente missiva [del 19 novembre], accompagnatoria del libro [‘Notizie storiche della famiglia Pepoli’ di Cesare Salvetti, prestatogli da Magliabechi], perché “alcuni virtuosi si sono compiaciuti di leggerla”. Fra questi l’abate [Lodovico] Adimari [citato in Cipriano Boselli, ‘L’Austria Anicia nella maestà cattolica dell’ibero monarca Carlo II’, Milano, Malatesta, 1680, p. 1072] che trovandosi a Pistoia l’ha trattenuta parecchi giorni. E’ stata poi attaccata da “cagnolini” [presumibilmente personaggi della cerchia] del Maestro di Campo [Alessandro] Passerini [comandante della rocca di Pistoia, già soldato a servizio dell’Impero sotto Raimondo Montecuccoli]. |
Fonte o bibliografia |
Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magl. VIII. 535, cc. 3-11 |
Compilatore |
Bernuzzi Marco |
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