Mittente Boselli Cipriano Destinatario Aprosio Angelico
Data 22/5/1667 Tipo data Effettiva
Luogo di partenza Firenze Luogo di arrivo Genova
Incipit Il Signor Coltellini mi disse che la Paternità Vostra alla sfuggita
Contenuto e note [Autografa] Saputo da [Agostino] Coltellini [fondatore dell’Accademia fiorentina degli Apatisti] che Angelico Aprosio aveva rapidamente scorso "i titoli impressi" della sua opera [cioè l’indice a stampa ‘Gli splendori reali dell’augustissimo sole absburghese’, Firenze, Gaij, 1666 che annunciava la pubblicazione, mai avvenuta, delle ‘Grandezze reali antiche de gli augustissimi conti monarchi austriaci Absburghesi’, in cinque volumi: cfr. Marco Bernuzzi, ‘Trovandomi in finibus terrae. Lettere inedite di Donato Calvi ad Antonio Magliabechi’, in ‘Testimoni dell’ingegno. Reti epistolari e libri di lettere nel Cinquecento e nel Seicento’, a cura di Clizia Carminati, Sarnico, Edizioni di Archilet, 2019, pp. 437-485], Cipriano Boselli ne trasmette copia ad Aprosio perché questi, rileggendola "ordinatamente", possa cogliere l’idea che sostiene il suo progetto. Boselli spiega che intento dell’opera è quello di dimostrare le grandezze della corona d’Austria e, nel contempo, quelle della corona di Francia. In ciò si distinguerà dai risultati di altri scrittori che non sanno "ergere archi trionfali alle lodi dell’una" se non abbattendo "gli obelischi delle glorie dell’altra". Da questi fondamenti ha poi dedotto una "sfera universale" delle più illustri prosapie d’Europa integrandovi la censura dei principali studiosi della materia. Precisa di aver proceduto "più da antiquario e da critico" che da storico, allineando le varie fonti e appianando le loro apparenti contraddizioni, con un risultato che sarà utile ai sovrani e alla nobiltà di tutta Europa. Boselli prega Aprosio di trasmettere l’indice a qualche stampatore di Lione disposto a venirgli incontro nelle spese, in considerazione degli oneri che l’autore ha sostenuto per la ricerca e l’acquisizione delle fonti. È pronto a comporre per qualche generoso cavaliere disposto a sovvenzionare la stampa una "superba dedicatoria" che avvantaggerebbe il mecenate "se avesse interessi presso alcuna delle due corone". Chiede questi favori anche per l’"onorevolezza" dell’Accademia [degli Apatisti, cui Boselli è ascritto] la quale ha concesso il titolo di suo teologo al solo padre [servita Gherardo] Baldi [Della Gherardesca, Lettore di Teologia all’Università di Pisa sino al 1660, anno di morte], in ragione della fama da questi ottenuta con la sue pubblicazioni [la più nota delle quali è la ‘Catholica monarchia Christi ad Philippum IV regem catholicum', Pisis, Typis Amatoris Massae,1640]. Nel poscritto segnala che la lettera non giungerà a breve al destinatario, perché "s’interterrà un poco in Genova".
Fonte o bibliografia Genova, Biblioteca Universitaria, Ms. E.VI.10, c. 290
Compilatore Bernuzzi Marco
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