Mittente Farnese Alessandro Destinatario Della Casa Giovanni
Data 2/1/1546 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo Venezia
Incipit Per le ultime di Vostra Signoria che sono de 24 del passato si è inteso
Contenuto e note Grazie alle lettere del 24 dicembre del Della Casa, a Roma si sono intesi i ragionamenti di Monsignor de Monluc [Jean de Monluc, ambasciatore francese a Venezia, cfr. Setton Kenneth, 'The Papacy and the Levant’, vol. III, ‘The Sixteenth Century to the Reign of Julius III', The American Philosophical Society, Philadelphia, 1984, p. 470 e seguenti] riguardo alla tregua [5 ottobre 1545, tra Solimano e Carlo V]. Di questi Nostro Signore [Paolo III, nato Alessandro Farnese] è rimasto molto compiaciuto.
Il notaio del Della Casa a Bressa [Brescia] non ha trovato il vescovo di Capodistria [Pietro Paolo Vergerio, denunciato per eresia nel dicembre 1544]. Il papa vuole che si mandi il notaio a Mantova o in qualunque altro posto il vescovo possa trovarsi, e che porti con sé il monitorio [con il quale si imponeva al Vergerio di recarsi a Roma al cospetto del papa]; il nunzio dovrà inoltre mandare un altro notaio [Girolamo Taddei, cfr. Campana Lorenzo, ‘Monsignor Giovanni Della Casa e i suoi tempi’, "Studi Storici", XVII, 1908, p. 179] a Capodistria per requisire i libri e i suoi scritti, in quanto si hanno delle prove che ve ne siano di proibiti e di “mala dottrina”. Trovandoli, andranno inventariati e portati al nunzio stesso.
Monsignor Boldu [Gabriele Boldù, segretario del cardinale Grimani], essendo stato negli anni passati succollettore delle decime, pretende l’esenzione dalle stesse. Paolo III desidera che egli venga soddisfatto. Ulteriore compito del Della Casa è quello di controllare che il gettito [delle decime] degli anni passati sia registrato regolarmente nei libri di conti.
Il cardinale Farnese attende informazioni in merito all’invio a Trento dei prelati, così come già richiesto al nunzio in lettere precedenti [il Casa aveva il compito di ammonire i prelati a partire per Trento e a non concedere loro esenzioni, cfr. lettera del 28 novembre 1545, dal cardinal Farnese a Della Casa, in ms. Vat. Lat. 14831, cc. 177r-178v, incipit: “Il Magnifico Imbasciatore qui per parte della Illustrissima Signoria ha conferito con Sua Santità li avvisi"].
Della Casa deve decidere se inviare il Taddei immediatamente a Capodistria, oppure attendere notizie in merito al monitorio spedito al Vergerio, per poi agire di conseguenza.
Segue un postscriptum nel quale il Farnese informa Della Casa dell’invio di un breve, allegato a questa lettera [non pervenuto], in favore della causa di Monsignor Reverendissimo de Cesis [Cardinale Federico Cesi].
Fonte o bibliografia Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, ms.Vat. Lat. 14831, cc. 185-186. Lettera originale di mano di segretario, firma autografa del cardinal Farnese; sulla coperta sommario di mano del segretario di Della Casa, Erasmo Gemini. Parzialmente edita da Lorenzo, Campana, 'Monsignor Giovanni Della Casa e i suoi tempi', "Studi Storici", XVII, 1908, pp. 177-178.
Compilatore Mantovani Anna
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