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Mittente |
Farnese Alessandro |
Destinatario |
Della Casa Giovanni |
Data |
27/8/1547 |
Tipo data |
Effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Venezia |
Incipit |
Nostro Signore partì di Roma alli 25 per la volta di Perugia |
Contenuto e note |
Il Farnese comunica a Della Casa che Nostro Signore [Paolo III, al secolo Alessandro Farnese] ha lasciato Roma il 25 [agosto], diretto a Perugia, mentre il cardinale si è trattenuto a Roma per 5 o 6 giorni per gestire alcune questioni in sospeso. Il Magnifico Imbasciatore [Niccolò Da Ponte] ha mostrato il giorno prima [26 agosto] la copia di alcuni avvisi di levante [notizie riguardanti l’Impero Ottomano], che coincidono con quanto riferito dal nunzio. Farnese aggiorna Della Casa in merito alla causa di messer Antonio [Antonio Bernardi, legato ai Farnese]: il cardinale ha nuovamente richiesto l’intervento del pontefice, il quale si è impegnato a prodigarsi in prima persona, e ha incitato Della Casa a proseguire in tale “negocio”. Con lettere precedenti il Farnese aveva messo al corrente il nunzio delle disposizioni di Paolo III in merito alla custodia del figliolo del Cardinale Grimani [Marinetto Grimani, figlio del defunto Marino Grimani], sincerandosi che venissero seguite le indicazioni del primo breve [cfr. lettera del Farnese a Della Casa del 20 agosto 1547, ms. Vat. Lat. 14832, cc. 143-144, incipit: “Per l’ultimo Corriere ho ricevuto doi lettere di Vostra Signoria l’una de 13 piena di avvisi”]. A conferma di tali indicazioni, Paolo III invierà un nuovo breve al Cardinale di Trani [Gian Domenico De Cupis], benché, invitando anche Da Ponte a chiarire in Venezia la posizione del papa in merito all’affidamento del bambino, sembra che nella Repubblica non se ne discuta granché; ciononostante, Farnese sottolinea come sia bene tutelarsi in questo senso, inviando appunto un nuovo breve. È giunta a Roma una lettera del 14 [agosto] dalla Francia, in cui si riferisce che il Priore di Capua [Leone Strozzi], dopo la presa del Castello di Sant’Andrea [la resa del Castello di Sanit Andrew, a Edimburgo, in mano degli inglesi dal maggio 1546, avvenne il 30 luglio 1547], ha fatto ritorno in Francia senza difficoltà. Così, gli Anglesi [Inglesi] – stando a quanto riferito – progettano di muovere contro la Scotia [Scozia], sostenuta però dal Re christianissimo [Enrico II di Valois]; si prevede, perciò un grande scontro, a meno che gli Inglesi non rinuncino all’impresa in Scozia per far fronte al pericolo dell’Imperatore [Carlo V d’Asburgo], il quale sverna in Fiandra. Il Cardinale Sfondrato [Francesco Sfondrato] e il Nuntio Verallo [Girolamo Verallo] nelle lettere del 14 [agosto] scrivono che Carlo V, pur avendo goduto di un cattivo stato di salute, causato da debolezza di stomaco e febbre, è ora fuori pericolo, pur continuando a assumere “l’acqua del legno” [rimedio naturale a base di legno di guaiaco]. |
Fonte o bibliografia |
Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, ms. Vat. Lat. 14832, cc. 88-89. Lettera originale di mano di un segretario, con firma autografa del Farnese. Busta (c. 89) con sommario di mano Erasmo Gemini, segretario di Giovanni Della Casa. Inedita. |
Compilatore |
Mondelli Luca |
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