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Mittente |
Farnese Alessandro |
Destinatario |
Della Casa Giovanni |
Data |
26/3/1547 |
Tipo data |
Effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Venezia |
Incipit |
Per le mie precedenti de 19 scrissi a Vostra Signoria quel tanto che mi occorreva |
Contenuto e note |
Nella lettera del 19 marzo, il Farnese aveva riportato a Della Casa la risposta ricevuta dall’ambasciatore a Venezia [Giovanni Antonio Venier], il quale aveva a sua volta riferito a Sua Santità [Paolo III, al secolo Alessandro Farnese] circa la “questione d’Inghilterra” [la gestione dei rapporti tra Roma, Venezia e il Regno d’Inghilterra] e circa il “parentado” [il matrimonio del duca d’Urbino Guidobaldo II della Rovere con Vittoria Farnese]. Nel frattempo, è giunta la lettera del nunzio del 19 [marzo]: il Farnese raccomanda di continuare a tenere sotto controllo la Repubblica veneziana, anche in relazione alle notizie giunte da Andrinopoli [Adrianopoli, odierna Edirne] il 23 [febbraio], tramite le quali si informa il papa della decisione del Turco [Soliamo I il Magnifico] di recarsi personalmente in Ungheria. Paolo III dispone di affidare a Monsignor di Salpi [Tommaso Stella] la chiesa di Chioggia, sia per i meriti dello stesso Stella, sia perché la Illustrissima Signoria [veneziana] ha sempre raccomandato costui per tale beneficio. Occorre, però, che il Monsignor di Chioggia [Giovanbattista Romolo Nacchianti] ne lasci la procura; per intanto, a Roma si è parlato con Venier perché avvisi la Signoria di quanto deciso da Paolo III in merito al vescovato di Chioggia; si invita, inoltre, Della Casa a scrivere a Nacchianti per rassicurarlo circa la stima invariata da parte del pontefice e per offrirgli la chiesa di Vesta [forse, la chiesa di Vesta a Tivoli] e, eventualmente, una “pensione”. Il Farnese avverte Della Casa della cattura del marchese Alberto di Brandeburgh [Alberto di Brandeburgo] e delle strategie di Sua Maestà [Carlo V d'Asburgo], atte a sabotare le azioni del Duca nemico [Giovanni Federico I]. Il Farnese rammenta, quindi, a Della Casa della “translatione” del concilio di Trento a Bologna [dall’11 marzo 1547]. Conclude riferendo come Carlo V non approvi questo cambiamento di sede, auspicando piuttosto un ritorno a Trento; al Farnese, però, risulta difficile ciò possa avvenire. |
Fonte o bibliografia |
Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, ms. Vat. Lat. 14832, cc. 39-40. Lettera originale di mano di un segretario, con firma autografa del Farnese. Busta (c. 40) con sommario di mano Erasmo Gemini, segretario di Giovanni Della Casa. Inedita. |
Compilatore |
Mondelli Luca |
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