Mittente Farnese Alessandro Destinatario Della Casa Giovanni
Data 26/6/1546 Tipo data Effettiva
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo Venezia
Incipit Nel consistorio di hieri piacque a Sua Santità et a questi Reverendissimi miei Signori
Contenuto e note Il cardinale Farnese informa il nunzio Giovanni Della Casa che nel concistoro del giorno precedente è stato eletto, da Sua Santità [Paolo III, al secolo Alessandro Farnese] e dai reverendissimi Signori [i cardinali del concistoro], legato dell’esercito che si muoverà contro gli eretici in Germania, secondo gli accordi con Sua Maestà Cesarea [l’imperatore Carlo V], e che, non appena giungerà a Roma suo fratello [Ottavio Farnese], quest’ultimo verrà proclamato generale dell’esercito. Come è stato comunicato al Magnifico Imbassatore [veneziano a Roma, Giovanni Antonio Venier], l’esercito sarà composto da 12.000 fanti e 1.000 cavalli leggeri; all’ambasciatore è stata anche letta la copia della “capitolatione” con l’imperatore, della quale non si può inviare copia al nunzio perché non ancora sottoscritta dal papa, ma nella sostanza implica che il papa e l’imperatore hanno convenuto che l’unica via per estirpare le eresie dalla Germania è quella di intraprendere un’impresa d’armi contro i protestanti, per forzarli all’obbedienza della Chiesa. Il pontefice offre dunque a Carlo V per sei mesi, o per quanto tempo sarà necessario, 12.000 fanti, 1.000 cavalli e un deposito di 200.000 scudi da spendere per questa missione, e ancora la metà dei frutti ecclesiastici di Spagna, oltre a certe somme da cavarsi da alcuni monasteri, a patto che l’imperatore assuma su di sé questa impresa e non scenda a compromessi con i protestanti senza il consenso del papa, o del suo legato [Alessandro Farnese], e con l’accordo che, se durante tale azione armata o nei sei mesi successivi qualche altro principe o repubblica oserà opporsi, Papato e Impero si schiereranno insieme. Si rende partecipe il nunzio che questa impresa soddisfa pienamente l’ambasciatore veneziano ma scontenta molti altri, sospettosi che ciò possa fomentare troppo la grandezza dell’imperatore; perciò il Casa dovrà stare attento agli umori che circolano nella Repubblica e prendere sempre le difese del papa, dimostrando che questi agisce nell’interesse della Chiesa. Il Farnese partirà il mercoledì successivo [3 luglio] per Bologna, dove ritiene che entro l’otto di luglio si sarà già radunato l’esercito e messo in marcia. In risposta alle lettere del XIX e XX [giugno], spedite dal nunzio, si raccomanda il Corfino [Alessandro Corvino] e soprattutto il Casa non manchi di accettare la richiesta di duecento scudi a messere Luigi Rucellai, da rimborsare con le nuove decime.
Fonte o bibliografia Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. Lat. 14831, cc. 249-250. Lettera originale di mano di un segretario con firma autografa del mittente. Sulla coperta sommario di mano di Erasmo Gemini, segretario di Della Casa. Edita parzialmente da Lorenzo Campana, Monsignor Giovanni Della Casa e i suoi tempi, "Studi storici", XVI, 1907, pp. 368-369.
Compilatore Romanzin Alessandro
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