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Mittente |
Mascardi Agostino |
Destinatario |
Molza Camillo, conte |
Data |
6/3/1615 |
Tipo data |
Effettiva |
Luogo di partenza |
Parma |
Luogo di arrivo |
[Modena] |
Incipit |
Ogn'altra disavventura dovevo temere |
Contenuto e note |
Si scusa di esser dovuto partire in fretta: ciò non ha nulla a che vedere con il sentimento di devozione che prova nei suoi confronti. Si è infatti dovuto spostare e si rammarica di non aver potuto servire, oltre al Conte, anche i signori Modenesi [Este] ai quali deve molto. Il conte Molza sa bene quanto sia dedito ai suoi obblighi, e Mascardi è molto dispiaciuto di non aver potuto fargli visita. Con questi presupposti spera di essere stato esaustivo nel manifestare il suo sentimento di devozione che spesso non appare in modo palese. Darà notizie di sé al suo arrivo a Piacenza, due giorni dopo. Conclude non con una formula di ossequio e di devozione, ma chiedendo al Conte di essere maggiormente attivo nel comandare qualunque cosa. Chiede poi di essere ricordato ai Signori dell'Accademia [secondo Mannucci si tratta di una accademia modenese presso il Bentivoglio] e di dire a Giacomo Spazzini che presto gli scriverà. |
Fonte o bibliografia |
Francesco Luigi Mannucci, La vita e le opere di Agostino Mascardi con appendici di lettere e altri scritti inediti e un saggio bibliografico, in "Atti della società ligure di storia patria", volume 42, 1908, Genova, (Tipografia della gioventù), lettera 2, pp. 393-394, (Biblioteca Nazionale di Firenze; segnato II, VII, 129). |
Compilatore |
Lazzaroni Roberta |
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