Mittente Castiglione Valeriano Destinatario Riccardi Giovanni Maria
Data Tipo data assente
Luogo di partenza Torino Luogo di arrivo [Pecetto (Sacro eremo di Torino)]
Incipit O sia peppone, o mellone
Contenuto e note Avendo ricevuto dal Riccardi, "camaldolese maggiore nel Sacro Eremo [di Torino]", alcuni meloni, gli scrive: "O sia peppone, o mellone il frutto partecipatomi dalla cortesia di Vostra Paternità Molto Reverenda, sarà sempre vero ch'egli è il principe de' frutti estivi. Che perciò anco a' principi si dona, e s'ammette il congratularsi tra i grandi, quando riesce buono ed a gusto del palato. Voglio dire, che tanto più mi confesso a Vostra Paternità Molto Reverenda tenuto del nobil frutto, quanto è più pregiato da signori. L'ho goduto con molto piacere, condito dall'amorevolezza sincera con cui fu accompagnato. S'egli è nativo di Cambiano, per vita del vignolante non lo cambiarei con la cipolla ch'usò tener pretiosa sempre nella sua tavola Giulio III [Giovanni Maria Ciocchi del Monte]. Diasi bando pur a' cocomeri, e cocozze napolitane, e genovesi. Questi è il frutto men bello al vedere, e più delicato al gustare; concupiscibile all'appetito d'ogni figlio d'Adamo che sia intendente del migliore. Quasi lo direi celeste, mentre è formato di tante meze lune, onde non è a stupir s'egli sia di freddissimo temperamento. Finisco dicendo ch'egli è frutto degno della mensa del Sole raccontata dal Rodigino [allude a un celebre passo delle 'Antiquae lectiones' pubblicate da Ludovico Ricchieri sotto il nome latinizzato di Celio Rodigino]. Tanto basti per dar a Vostra Paternità Molto Reverenda da legger di men severo tra i silentii di cotesta religiosa solitudine in tempo estivo". Rassicura infine il proprio interlocutore: "Corrisponderò col servirla nel particolare in cui m'ha impiegato".
Fonte o bibliografia Valeriano Castiglione, Lettere di ringratiamento e di lode, Torino, Tarino, 1642, pp. 44-45
Compilatore Ceriotti Luca
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