Mittente Cebà Ansaldo Destinatario Copia (Copio) Sara (Sarra)
Data 19/3/1622 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Genova Luogo di arrivo Venezia
Incipit Poche lettere haveva io disposto di scrivervi, Signora Sarra
Contenuto e note Dopo aver ricevuto da Sara alcune bottarghe, Cebà con garbo destina il dono ad altri: lo inducono a ciò sia le condizioni fisiche sia il periodo quaresimale. Non sa ancora se a Venezia sia pervenuto il volume con la tragedia 'La principessa Silandra' [Genova, Pavoni, 1621]; a Genova sono invece giunte sia la missiva scritta da Sara il giorno 8 agosto 1621 sia la sua apologia [cioè lo scritto apologetico con cui la Copia aveva respinto le accuse di Baldassare Bonifacio sulla sua presunta miscredenza in merito all'immortalità dell'anima: 'Manifesto di Sarra Copia Sulam hebrea. Nel quale è da lei riprovata, e detestata l'opinione negante l'immortalità dell'anima, falsamente attribuitale dal Sig. Baldassare Bonifaccio', Venezia, Antonio Pinelli, 1621]. Ansaldo conferma alla sua corrispondente che ha presso di sé 'buona copia' di immagini di lei: non gli manca, quindi, la rappresentazione della sua persona fisica, ma la notizia della tanto auspicata conversione. Ormai davvero vicino alla morte, Ansaldo vuole discostarsi da ogni forma di amore terreno (e l'amore verso Sara, in ragione del suo rifiuto di Cristo, è tra questi); conclude la lettera ricordandole che l'anima, nella cui immortalità ella crede, deve anche meritarsi la gioia perpetua cui solo il Cristianesimo conduce.
Fonte o bibliografia Lettere d'Ansaldo Cebà scritte a Sarra Copia e dedicate a Marc'Antonio Doria. In Genova, Per Giuseppe Pavoni, MDCXXIII, pp. 127-128.
Compilatore Favaro Francesca
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