Mittente Cebà Ansaldo Destinatario Copia (Copio) Sara (Sarra)
Data 17/7/1621 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Genova Luogo di arrivo Venezia
Incipit Salute e vita voi m'augurate
Contenuto e note Sempre angustiato dal problema della salvezza eterna di Sara, Cebà le prospetta la conversione come l'unico modo per risplendere di luce vera, accanto a Cristo: a questo scopo ella dovrebbe impegnare le energie che invece riserva ora a confutare le tesi dei suoi detrattori [l'allusione è alla polemica in cui Sara dovette respingere le accuse di Baldassare Bonifacio, che l'aveva accusata di mancata fede nell'immortalità dell'anima: cfr. 'Manifesto di Sarra Copia Sulam hebrea. Nel quale è da lei riprovata, e detestata l'opinione negante l'immortalità dell'anima, falsamente attribuitale dal Sig. Baldassare Bonifaccio', Venezia, Antonio Pinelli, 1621]. Ansaldo si rammarica, comunque, per l'angoscia provocata in Sara dall'increscioso conflitto che la occupa: conforto potrebbe derivarle dalla lettura delle pagine di Luigi da Granata [Luis de Granada]. Sebbene coinvolta in tanto spiacevoli dispute, la giovane interlocutrice resta agli occhi di Cebà intangibile e meravigliosa, quanto un astro del firmamento. Nelle ultime righe della missiva il genovese, assai sofferente, si scusa se in futuro, per qualche tempo, non scriverà; nel suo cuore rimarrà peraltro intatta la memoria di lei.
Fonte o bibliografia Lettere d'Ansaldo Cebà scritte a Sarra Copia e dedicate a Marc'Antonio Doria. In Genova, Per Giuseppe Pavoni, MDCXXIII, pp. 125-126.
Compilatore Favaro Francesca
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