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Mittente |
Cebà Ansaldo |
Destinatario |
Copia (Copio) Sara (Sarra) |
Data |
10/4/1621 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Genova |
Luogo di arrivo |
Venezia |
Incipit |
Se non fosse, Signora Sarra, ch'io vi voglio tutto il mio bene |
Contenuto e note |
In incipit della missiva Ansaldo si sottrae alle accuse di negligenza e disamore mossegli da Sara in una lettera datata 27 marzo: non appena aveva compreso la gravità del suo stato fisico, Cebà si era infatti premurato di contattare Giacomo Rosa perché le recasse omaggio; inoltre, anch'egli versa in condizioni di salute sempre più precarie. Il nobiluomo genovese si mostra poi perplesso riguardo alcune osservazioni, a suo avviso scarsamente perspicue, avanzate da Sara su alcuni dei libri che egli le ha fatto avere. La invita dunque a leggere con attenzione, fra questi, il volume del mistico Luigi da Granata (Luis de Granada, 1504-1588): si riterrebbe ferito se la giovane donna lasciasse inascoltate le perorazioni che mirano a illuminare il suo spirito grazie alla vera, e unica, conoscenza: la conoscenza della Buona Novella. La missiva si chiude sull'auspicio che la lettura consigliata eserciti una benefica influenza presso colei che Cebà si compiace d'immaginare felice sulla terra ma, soprattutto, rifulgente di gloria celeste. |
Fonte o bibliografia |
Lettere d'Ansaldo Cebà scritte a Sarra Copia e dedicate a Marc'Antonio Doria. In Genova, Per Giuseppe Pavoni, MDCXXIII, pp. 112-116. |
Compilatore |
Favaro Francesca |
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