Mittente Cebà Ansaldo Destinatario Copia (Copio) Sara (Sarra)
Data 12/9/1620 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Genova Luogo di arrivo Venezia
Incipit L'hebraismo e l'idolatria non fan buona lega, Signora Sarra,
Contenuto e note Alle professioni di venerazione di Sara, Cebà replica di non meritare un tipo di stima che, iperbolicamente esposta, gli sembra soffusa, vagamente, d'idolatria. Egli, creatura fragile e assai imperfetta, non si considera meritevole di una simile devozione; vale però, a bilanciare le sue molte miserie, la gioia che gli deriva dal legame che intrattiene con la giovane donna. Nel concludere la lettera (e appoggiandosi anche alla poetica autorevolezza del Dottor Vicentino [Baldassare Bonifacio]), Cebà sostiene che di certo non rimprovera a Sara il fatto di essere nata ebrea - la nascita, infatti, non è frutto di una scelta - bensì le rimprovera la tenacia nel restare di religione ebraica: questa, infatti, è sì una scelta, per Cebà non giustificabile. Alla firma del genovese segue una postilla in cui egli chiede che Sara gli rispedisca la lettera da lui composta il giorno 5 settembre: timoroso di essere scivolato in qualche sproposito, egli desidera rileggerla, per poi inviarla nuovamente alla destinataria.
Fonte o bibliografia Lettere d'Ansaldo Cebà scritte a Sarra Copia e dedicate a Marc'Antonio Doria. In Genova, Per Giuseppe Pavoni, MDCXXIII, pp. 96-97.
Compilatore Favaro Francesca
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