Mittente Cebà Ansaldo Destinatario Copia (Copio) Sara (Sarra)
Data 5/9/1620 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Genova Luogo di arrivo Venezia
Incipit O liberale o scarsa che mi siate di titoli, voi non mi potete, né dare, né togliere, Signora Sarra
Contenuto e note L'argomento principale della lettera - l'invito rivolto alla giovane ebrea affinché abbracci il Cristianesimo - si sviluppa nella missiva a partire dall'omaggio in versi latini inviato alla Copia da un Dottor Vicentino [Baldassarre Bonifacio], e di cui ella ha spedito a Cebà, che peraltro glielo re-inoltra, il testo [non allegato alla lettera]. Pur consentendo con la celebrazione poetica indirizzata a Sara, il nobiluomo genovese si premura di scrivere che, se interpellato in merito a questioni di fede, anche il valente autore converrebbe con lui sulla necessità della conversione. Amante fedele di Sara, egli, da parte sua, non auspica nient'altro se non indossare le insegne di lei e potersi dire suo cavaliere; in contraccambio, però, chiede che anche la giovane donna accetti di rivestirsi di qualcosa che appartenga a Cebà: della sua fede. Infine, di fronte alla promessa rivoltagli dalla corrispondente, che gli annuncia l'arrivo imminente di versi composti per lui, Ansaldo risponde che la preferisce salva nell'anima e per l'eternità piuttosto che poetessa.
Fonte o bibliografia Lettere d'Ansaldo Cebà scritte a Sarra Copia e dedicate a Marc'Antonio Doria. In Genova, Per Giuseppe Pavoni, MDCXXIII, pp. 95-96.
Compilatore Favaro Francesca
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