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Mittente |
Rossi Ottavio |
Destinatario |
Maffioli Celio |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
[Brescia] |
Luogo di arrivo |
Verona |
Incipit |
Quest'anno m'è con tutte le sue stagioni stato capital nemico |
Contenuto e note |
Ottavio Rossi fa sapere a Celio Maffioli [sacerdote, letterato e socio dell'Accademia degli Unanimi] che è stato malato di febbre insieme ai suoi familiari, ma nonostante la salute malferma con "l'animo è stato presente in cotesta città" (Verona) [...] e ha potuto soltanto immaginare la musica e "gli altri trattenimenti dell'Accademia Filarmonica" [la più antica accademia musicale europea, fondata nel 1543]. Rossi ha "goduto in ispirito" il signor C. Raimondo [non identificato], i signori Scaini [Francesco e Antonio Scaini o Scaino] e il Maffioli. Rossi si sente realizzato per aver soddisfatto i desideri degli amici e a tal proposito gli invia un sonetto [forse si tratta di: "Celio, la torre, che fu propria base", vd. 'Pompe funebri nella morte dell'illust.mo sig. Conte Gentile Torriano Veronese proccurate e raccolte da Celio Maffioli Salodiano', in Verona appresso Bartolomeo Merlo, 1617, p. 103]. |
Fonte o bibliografia |
Lettere del sig. Ottavio Rossi. Raccolte da Bartolomeo Fontana. Con gli argomenti, & nella tavola ridotte sotto a i loro capi. In Brescia per Bartolomeo Fontana, 1621, p. 46 |
Compilatore |
Marzullo Giacomo |
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