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Mittente |
Loredan Giovan Francesco |
Destinatario |
Fusconi, Abate Agostino |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
Venezia |
Luogo di arrivo |
Roma |
Incipit |
Io ringratio Vostra Signoria del suo amore, se bene non lodo il suo consiglio. |
Contenuto e note |
Loredan risponde ad una lettera dell'Abate Fusconi ringraziandolo, sebbene non lodi il suo consiglio. Egli non vuole che malignità o invidia siano motivo dei suoi scritti; sa bene di non essere apprezzato universalmente dal pubblico; gli stessi Eroi d'altronde non sempre riscuotono approvazione universale. La maggior Gloria è stata spesso messa in discussione: Loredan cita l'esempio di Ercole nelle tragedie di Euripide, accusato da un galantuomo come Poltrone. Bisogna aver pazienza, ribadisce Loredan, e ricordare che andare incontro a tutti i capricci è un'operazione impossibile; e finché "dureranno le teste" [finché ci sarà vita negli uomini] le passioni troveranno sempre dispute e controversie. Aggiunge: "Il Prò e 'l Contra, come scriveva un bell'ingegno Francese [non identificato] sono venuti nel Mondo co 'l mio, e col tuo". Poi sostiene che la ragione sia più antica dell'opinione, perciò invita il destinatario a conservare il suo amore, giacché egli non è eccessivamente avido delle lodi universali. Si congeda. |
Fonte o bibliografia |
Giovan Francesco Loredan, Lettere, Venezia, Guerigli, 1653, p. 249, 'Risposta a lettere di Consiglio' |
Compilatore |
Severgnini Ivan |
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