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Mittente |
Barbati Petronio |
Destinatario |
Dolce Lodovico |
Data |
11/1549 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
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Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
Non so che mi debbia imaginare, non essendomi già mai capitata |
Contenuto e note |
Petronio Barbati scrive a Lodovico Dolce che non sa cosa pensare, avendogli scritto già due volte senza ricevere risposta e avendogli mandato un sonetto che ha visto stampato nelle Rime Diverse [‘De le piagge del ciel Api beate’, in: ‘Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo’, Venezia, Giolito, 1547, silloge curata da Dolce]. Spera che non siano arrivate, e che il sonetto lo abbia ricevuto tramite altri, perché non può pensare che avendo, Dolce, ricevuto le lettere non abbia poi dato risposta; non dirà nemmeno che l’amore di Dolce sia reciproco [lacuna per caduta del margine destro della carta], ma che gli è caro sentirsi amato come lo ama Barbati, e il sonetto ne è la prova. Lo prega, quindi, di dargli pace e di dare seguito alle promesse d’affetto fatte quando è andato a casa sua. Potrà essere una persona indegna di questo, ma non lo è l’amore che porta a Dolce; gli chiede di non negargli la cortesia concessa a chi ama e di fargli avere alcuni suoi scritti o pensieri, dato che non ha avuto la risposta al sonetto, la quale gli sarebbe stata molto grata. |
Fonte o bibliografia |
Lodovico Dolce, Lettere, a cura di Paolo Procaccioli, Manziana, Vecchiarelli, 2015, p. 232 |
Compilatore |
Chiarolini Marco |
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