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Mittente |
Zancaruolo Carlo |
Destinatario |
Dolce Lodovico |
Data |
5/3/1549 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
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Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
Mi è stata molto contraria la sorte di non havermi fatto |
Contenuto e note |
Carlo Zancaruolo si scusa con Lodovico Dolce per non essere riuscito ad andare a vedere la rappresentazione della sua tragedia ['La Giocasta di Messer Lodovico Dolce, Venezia, Manuzio, 1549]; lo ringrazia però per avergliela mandata. Gli è piaciuta molto, non ha mai visto opera in volgare migliore di questa, essendo scritta con arte e buon giudizio; più la si legge, più la si leggerebbe. Si congratula: con Dolce per aver fatto conoscere al mondo, con virtù, il frutto del suo studio; con la lingua toscana perché grazie al genio di Dolce può concorrere con la lingua latina, delle quali due lingue è “più tosto padre, che figliuolo”. Lo sanno i letterati che leggono le sue opere, lo sanno la carta e l’inchiostro che adopera, e lo sa Zancaruolo che lo invidia, e vorrebbe poterlo imitare perché le opere dell’ingegno di Dolce sono “la miglior mercantia, che si faccia nel mondo”, essendo utili e di buon guadagno. Ritornando alla tragedia, afferma essere talmente bella che non si possa lodarla appieno, e chi la legge non può sperare di pareggiarla. Chiunque non veda le lodi di Dolce, non lo celebri e non lo ami è cieco, privo di ingegno e non sa cosa sia la gentilezza; di questo non vuole più parlare, perché dimostrare che il sole è luce è fatica inutile. Tutti riconoscono l’ingegno di Dolce e i suoi bellissimi frutti, “la Eloquentia” stessa è sua debitrice, insieme ai poemi e alle tragedie, ammirate da tutti. Zancaruolo spera che grazie a Dolce il loro diventi un secolo aureo, invidiato dai posteri; ha scritto però troppo a lungo, crede, soprattutto troppe lodi, per chi è abituato ad ascoltare ragionamenti più seri. Lo ringrazia ancora, in conclusione, per avergli fatto leggere la tragedia e spera di potersi sdebitare appena possibile. |
Fonte o bibliografia |
Lodovico Dolce, Lettere, a cura di Paolo Procaccioli, Manziana, Vecchiarelli, 2015, pp. 228-229 |
Compilatore |
Chiarolini Marco |
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