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Mittente |
Aretino Pietro |
Destinatario |
Dolce Lodovico |
Data |
3/1546 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Venezia |
Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
Sapete di ciò che io mi maraviglio, compare Messer Lodovico? |
Contenuto e note |
Pietro Aretino rivela a Lodovico Dolce che la sua modestia lo meraviglia, perché Dolce non ritiene di avere un così grande ingegno da sopravanzare tutti gli altri. Per Aretino Dolce non produce più scritti suoi per poter far godere della sua gloria, grazie al suo nome, anche gli altri scrittori, che gli chiedono aiuto. C’è chi però lo loda dicendo che ha una “divinità suprema” nel suo ingegno: sicuramente Dio è stato generoso con lui, tanto che nessuno può eguagliarlo; ha un intelletto “veloce, fertile, e generoso” che lo guida; nello scrivere è meraviglioso, tanto che il suo modo di scrivere sorpassa quello degli altri. Non scrive in modo oscuro né difficile; ogni cosa ha la sua grazia e le sue composizioni si riconoscono per la loro bellezza. Per chi lo legge non è difficile raggiungere le sue vette, perché anche se scrive in maniera elevata la facilità di comunicazione lo rende “altero, e più che facondo”. Il suo elegante modo di scrivere è sodo e pieno. La bellezza delle frasi, così luminosa, mette in ombra il loro significato e le similitudini sono molte e intricate, ma la sua eloquenza rende le frasi chiare e le similitudini grate; così facendo toglie a chiunque la possibilità di imitarlo. |
Fonte o bibliografia |
Lodovico Dolce, Lettere, a cura di Paolo Procaccioli, Manziana, Vecchiarelli, 2015, pp. 222-223 |
Compilatore |
Chiarolini Marco |
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