Mittente Domenichi Lodovico Destinatario Dolce Lodovico
Data 9/5/1545 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Venezia Luogo di arrivo [Venezia]
Incipit Io vorrei, che 'l cielo mi concedesse tanto di gratia
Contenuto e note Lodovico Domenichi esprime a Dolce il desiderio di avere con lui un’amicizia più forte e profonda, e vuole meritarla “per valore”; non sa quanto la loro attuale amicizia possa durare, dato che si regge più sul suo amore che su quello di Dolce. Gli pare, in ogni caso, impossibile che l’amico possa amarlo e che la capacità di giudizio non gli faccia capire che Domenichi è indegno di essergli vicino; confessa poi che la bellezza dell’animo di Dolce illumina le tenebre del suo intelletto. Crede, contro l’opinione dei saggi antichi, che non sempre la similitudine porti l’amore, perché loro sono diversi, eppure si amano; per questa differenza Domenichi non oserebbe amare Dolce, la cui umanità però gli assicura questo privilegio. L’amicizia degli uomini di virtù è vera ed onesta, quindi prega l’amico, per perfezionare la loro amicizia, di appagare il suo desiderio di renderla più profonda. Se la cortesia di Dolce si unirà al merito di Domenichi di avere questa amicizia più profonda, la rispetterà più di quanto rispetti sé stesso, tanto da poter essere chiamato virtuoso e amico del “virtuosissimo Messer Lodovico Dolce”.
Fonte o bibliografia Lodovico Dolce, Lettere, a cura di Paolo Procaccioli, Manziana, Vecchiarelli, 2015, pp. 218-219
Compilatore Chiarolini Marco
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