Mittente Marmitta Jacopo Destinatario Dolce Lodovico
Data 10/6/1539 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Padova Luogo di arrivo [Venezia]
Incipit Veramente voi havete una grandissima ragione, molto Magnifico et honorandissimo
Contenuto e note Giacomo (Jacopo) Marmitta scrive a Lodovico Dolce riguardo alla “perdita del vostro Ragazzo” [probabilmente un manoscritto de ‘Il ragazzo. Comedia di Messer Lodovico Dolce’, Venezia, Navò, 1541]; ammette però che anche lui, se l’avesse avuta tra le mani, nonostante le minacce di Dolce, l’avrebbe sicuramente tenuta per sé. Avendo molto a cuore l’amicizia di Dolce, Marmitta ha cominciato a chiedere in giro per la città [Padova], ad amici e conoscenti, notizie sul ‘Ragazzo’; non ha trovato niente fino alle nove di sera, quando un suo amico gli ha detto che forse l’ha Gradenico (Gradenigo) [Pietro]. Chiede a Dolce di fargli una lettera di presentazione per andare da Gradenico (Gradenigo) a chiedere conferma della veridicità delle voci, perché così, senza credenziali, non si permette di andare a trovarlo; farebbe questo per l’amico, a meno che Dolce non voglia farlo di persona. Gli comunica che il cardinale [Pietro Bembo] ha letto il Capitolo [probabilmente quello dedicato a Gradenigo: ‘Sopra tutte le cose ch’io desio’ in ‘Capitoli del S. Pietro Aretino, di M. Lodovico Dolce, di M. Francesco Sansovino et di altri acutissimi ingegni', Venezia, Navò, 1540, cc. 20r-22v]; il cardinale pensava che Marmitta sapesse qualcosa sul ‘Ragazzo’, perché ne cercava una copia per farla leggere ad un buon conoscente di Marmitta. Il cardinale saluta Dolce e Pietro [Aretino] ringraziandoli per i saluti che gli hanno inviato attraverso Marmitta. Bembo chiede anche a Dolce di cercare l’“Impressore delle sue rime” per avere l’aggiunta e farla leggere a [Giovanni Battista] Ramusio. Marmitta si raccomanda a Dolce e ad Aretino, al quale l’amico deve dire che il vescovo di Chieti [Gian Pietro Carafa, futuro papa Paolo IV, avverso alla nomina di Bembo a cardinale] chiede di sottoscrivere la bolla per l’elezione del cardinale [Pietro Bembo], non avendolo fatto prima perché “era in colera con la sua famiglia di casa”. Il vescovo aveva anche cercato di farsela dare dal cardinale [Alessandro] Farnese [nipote di Paolo III e sostenitore dell'elezione di Bembo], ma ottenendo un rifiuto: un miracolo che “hanno fatto i sei sonetti” [forse allusione a sei sonetti di Bembo per Elisabetta Massolo presenti nella 'Raccolta Farnese']. Si scusa per non aver risposto il giorno prima, ma è stato due giorni in villa, e solo quando è ritornato a casa ha avuto il Capitolo.
Fonte o bibliografia Lodovico Dolce, Lettere, a cura di Paolo Procaccioli, Manziana, Vecchiarelli, 2015, pp. 188-190
Compilatore Chiarolini Marco
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