Mittente Marmitta Jacopo Destinatario Dolce Lodovico
Data 13/12/1538 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo [Venezia]
Incipit Egli pur mi diletta scrivendovi il dar principio da cotesta particella
Contenuto e note Giacomo (Jacopo) Marmitta rivela a Lodovico Dolce che gli attribuisce spesso l’aggettivo ‘dolce’, nei proemi, non solo perché è il suo cognome, ma anche perché rende meno amaro il suo “rozzo stile”. Gli è stata molto grata la lettera precedente di Dolce, con la quale l’amico annunciava di inviargli una sua opera, che se prima era alle stampe ora sarà, pensa Marmitta, pronta per essere spedita [probabilmente si riferisce a: ‘Paraphrasi nella sesta satira di Giuvenale (Giovenale) nella quale si ragiona delle miserie de gli huomini maritati. Dialogo in cui si parla di che qualità si dee tor moglie, & del modo, che vi si ha a tenere. Lo Epithalamio di Catullo nelle nozze di Peleo & di Theti’, Venezia, Curzio Navò, 1538]. L’annuncio ha anche permesso a Marmitta di non rattristarsi per non aver trovato allegati alla lettera né la sua elegia [cfr. ‘Ecco ch'io vengo a gli inchiostri, eccomi all'epistole’ del primo agosto 1538], né altri versi di Dolce; poteva rattristarsi sia perché aveva ricordato all’amico di inviarla nella lettera precedente, sia perché in quella stessa lettera allegava un sonetto ['Qui dove ammanta i lieti colli, e 'l piano', nella lettera che comincia 'Voi forse vi sarete doluto di me, Magnifico Messer Lodovico', del 18 ottobre 1538], pur non considerandolo degno di essere visto, andando quindi contro al suo onore. Marmitta chiede però a Dolce di non tardare troppo a inviargli l’opera promessa, la vorrebbe prima della “Luna d’Aprile”; tra l’altro gli sembra che aprile e la primavera, per lui, non arrivino mai [citando Francesco Petrarca, ‘Rerum Vulgarium Fragmenta’, IX 14]. Avvisa infine Dolce che se non manterrà la promessa cambierà i proemi delle sue lettere, chiamando Dolce ‘amaro’, perché per Marmitta chi carica gli amici di desideri senza mai soddisfarli li riempie di amaritudine. Conclude raccomandandosi a lui e a tutti gli amici.
Fonte o bibliografia Lodovico Dolce, Lettere, a cura di Paolo Procaccioli, Manziana, Vecchiarelli, 2015, pp. 184-185
Compilatore Chiarolini Marco
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