|
 |
 |
|
 |
|
 |
 |
 |
 |
 |
Mittente |
Gambara Veronica |
Destinatario |
Dolce Lodovico |
Data |
28/4/1537 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Correggio |
Luogo di arrivo |
|
Incipit |
So che Vostra Signoria mi deve aver tenuta meritatamente discortese |
Contenuto e note |
Veronica Gambara scrive a Lodovico Dolce, sapendo che egli la reputa scortese per il ritardo nella riposta alla lettera e ai due sonetti che le ha mandato; è rimasta scioccata nel vederli, facendole perdere "l'ardire" di poter rispondere adeguatamente. Una volta passato questo momento ha però focalizzato la sua attenzione sui sonetti, magnifici in ogni parte, restando sorpresa per l'età in cui li ha scritti e per il grande dono che il cielo gli ha fatto. Per ringraziarlo gli ha scritto un sonetto [Veronica Gambara, "Rime e lettere", raccolte da Felice Rizzardi, Brescia, Rizzardi, 1759; 141 n.1, 'Se tardo a dir di voi, Dolce gentile'] nonostante conosca la propria scarsa inclinazione a comporne, chiedendogli di giudicare solo la buona volontà di lei, tenendo conto che niente è, per lei, più onorevole e amabile dello stesso Dolce. Conclude dicendo che ha chiesto a Pietro [Aretino] di farle la cortesia di darle una mano in questa impresa; si raccomanda, infine, a Dolce. |
Fonte o bibliografia |
Lodovico Dolce, Lettere, a cura di Paolo Procaccioli, Manziana, Vecchiarelli, 2015, p. 170 |
Compilatore |
Chiarolini Marco |
|
|
|
|
|
Torna all’elenco dei risultati
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|