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Mittente |
Dolce Lodovico |
Destinatario |
Aretino Pietro |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
[Venezia] |
Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
Io non aspettava da Vostra Signoria se non segni d'infinita cortesia |
Contenuto e note |
Lodovico Dolce scrive a Pietro Aretino, ringraziandolo per la cortesia avuta nell'aver mandato a Dolce un servitore per fargli capire quello che non aveva inteso; di questo non si stupisce perché il suo corrispondente è nientemeno che l'Aretino, fonte del "mare d'ogni virtù" e del "pelago d'ogni cortese opera". Ringrazia poi l'Aretino per essere uno dei suoi due "procuratori di qualità", i più degni rappresentanti del calamo e del pennello [il secondo è quindi Tiziano Vecellio], in una certa occasione [non si sa quale]. Conclude scusandosi di non essere in grado di ringraziare Aretino come si deve, per colpa della sua piccolezza d'ingegno e insieme della grandezza dei meriti di Aretino; aggiunge che aspetterà la spedizione di quello che è suo. |
Fonte o bibliografia |
Lodovico Dolce, Lettere, a cura di Paolo Procaccioli, Manziana, Vecchiarelli, 2015, p. 137 |
Compilatore |
Chiarolini Marco |
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