|
 |
 |
|
 |
|
 |
 |
 |
 |
 |
Mittente |
Dolce Lodovico |
Destinatario |
Aretino Pietro |
Data |
22/2/1550 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
Venezia |
Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
Mi disse l'amorevolissimo Corso, che vostra Signoria desiderava di vedere |
Contenuto e note |
[La data a testo è 1540, ma i riferimenti interni riportano inequivocabilmente al 1550] Lodovico Dolce scrive a Pietro Aretino informandolo di aver saputo da [Antonio Iacopo] Corso il suo interesse per i 'Proverbi' di Erasmo [Lelio Carani, 'Proverbi di Erasmo Roterodamo tradotti per Lelio Carani', Giolito, Venezia, 1550], quindi ora che li ha avuti glieli manda, dicendo che potrà guardarli "con suo commodo" e che manderà poi qualcuno a prenderli [il prestito momentaneo fa ipotizzare che non si trattasse ancora della stampa]. Comunica di aver dedicato l'opera latina di [Giovanni Benedetto] Lampridio e di [Giovanni Battista] Amaltheo (Amalteo) ['Benedictii Lampridii, necnon Ioannis Baptistae Amatlhei Carmina', Venezia, Giolito 1550, con dedica dolciana a Collaltino di Collalto] "all'illustre Conte il Signor Collatino (Collaltino) da Collalto", persona vicina all'Aretino. Aggiunge che la dedica è scritta in volgare perché non vuole essere pedante come chi invece fa prefazioni latine per opere in greco [però poi alla dedica volgare a Collalto affianca quella latina a Bernardo Zane]. Chiede infine all'Aretino di conservarlo nella grazia del "Signor Ambasciatore di Mantova" [Benedetto Agnello]. |
Fonte o bibliografia |
Lodovico Dolce, Lettere, a cura di Paolo Procaccioli, Manziana, Vecchiarelli, 2015, pp. 102-103 |
Compilatore |
Chiarolini Marco |
|
|
|
|
|
Torna all’elenco dei risultati
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|