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Mittente |
Dolce Lodovico |
Destinatario |
Badoer Federico |
Data |
14/5/1543 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Padova |
Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
Rallegromi con tutto l'animo dell'assolution del clarissimo vostro padre |
Contenuto e note |
Lodovico Dolce scrive a Federico Badoer per congratularsi dell'assoluzione del padre [si veda la lettera del 3 aprile 1542 'L'allegrezza, che io prendo, magnifico et virtuoso Messer Federico']. Aggiunge poi che l'invidia ha la forza di opporsi ai buoni, per via delle calunnie che si possono fare contro di loro; dove trova più virtù colpisce con rabbia maggiore, tessendo insidie agli uomini virtuosi. Non ha poi nessun guadagno l'invidia nell'agire così, se non di tormentare sé stessa [cita Orazio, 'Epistole', 2 57-59]. Grazie a Dio ne è stata provata l'innocenza. Dolce spera ora che Dio abbia la bontà di fargli attribuire i premi per i suoi meriti, e visto che è stato portato davanti ai giudici nel momento in cui più si doveva amarlo, spera che questi premi siano almeno i più nobili e i maggiori della città. Afferma che non potrà dimenticare le parole che Domenico Veniero (Venier) gli disse quando era in prigione [circostanza non nota, sembra alludere ad un periodo coevo alla disgrazia del Badoer, e non quindi all'unica disavventura dolciana nota del 1537], vale a dire che chi non vuole onorare [Alvise] Badoer per i suoi meriti lo farà per il bisogno che la Repubblica ha di [Alvise] Badoer. Conclude sperando che l'allegrezza di Federico aumenti di giorno in giorno. |
Fonte o bibliografia |
Lodovico Dolce, Lettere, a cura di Paolo Procaccioli, Manziana, Vecchiarelli, 2015, pp. 72-73 |
Compilatore |
Chiarolini Marco |
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