Mittente Loredan Giovan Francesco Destinatario Cavanis Giuseppe
Data Tipo data assente
Luogo di partenza Vigodarzere Luogo di arrivo Venezia
Incipit Io lodo, e ringratio l'amore di Vostra Signoria non voglio però, che s'interessi cotanto
Contenuto e note Il Loredan si dichiara riconoscente per l’affetto del destinatario Giuseppe Cavanis, ma lo prega di non spendersi eccessivamente nella difesa delle sue “Composizioni” [gli ‘Scherzi geniali’, come verrà chiarito successivamente], perché queste, come tutti i suoi scritti, nascono dalla necessità di servire al suo “Genio” e non dalla volontà di “adulare l’altrui compiacenza”. I detrattori del Loredan potranno sottrarsi alla “molestia” dei suoi “Libri” semplicemente evitando di comprarli e di leggerli; così mancherà loro “l’occasione di dirne male”. Pur non negando l’imperfezione dei suoi 'Scherzi', l’autore ritiene di potersi gloriare almeno del titolo, di cui viene “brevemente” motivata la scelta per “soddisfare alla curiosità” del destinatario e non per promuovere l’opera davanti a coloro che l’hanno criticata. Nella convinzione che “le compositioni” non fossero altro “che scherzi dell’ingegno”, i più grandi autori “intesero sempre lo scherzare per scrivere”: basterà a comprovare questa tesi il ricordo dei versi di alcuni poeti latini e moderni. Persio, nella sesta satira indirizzata a [Cesio] Basso, scriveva “Mox iuvenes agitare iocos, et pollice honesto,/ Egregio iusisse senex” [cfr. Persio, ‘Satire’, VI, vv. 5-6]; Virgilio, “nell’Egloga prima”, “Ludere, qua vellem calamo permisit agresti” [cfr. Virgilio, ‘Bucoliche’, I, v. 10]. Mentre l’attribuzione di un titolo “ampoloso” e “superbo” a un’opera tradisce “il giuditio” [l’immodestia] di chi l’ha composta e finisce per sminuirla, i titoli che riflettono la modestia dell’autore tendono a incontrare la “soddisfatione universale”. Per questo Catullo chiamò i suoi versi “scherzi; e bagatelle” quando, “nel primo Epigramma”, scrisse “Namque tu solebas/ Meas esse aliquid putare nugas” [cfr. Catullo, I, vv. 3-4]. Anche “Antonio Paterno” [forse Antonio Partenio da Lazise, che fu emendatore e commentatore di Catullo] sosteneva che i poeti preferiscono usare per i loro componimenti “titoli humili, e bassi”: “Poetae suos versus lusus et nugas verecunde nuncupare consueverunt” [commento che per la verità è più vicino a quello di Porfirio sul verso di Orazio più sotto citato: "sic verecunde poetae nugas et lusus solent appellare versiculos suos"]; Palladio Fusco [Palladio Negri], nel “Comento sopra Catullo”, scriveva “Poetae cum suos versus extenuare volunt, eos vel lusos, vel nugas vocant” [cfr. Palladio Fusco, ‘Catullus una cum commentariis eruditi viri Palladii Fusci Patavini’, Venezia, Giovanni Tacuino, 1496]. Lo scrivente si appella anche all’autorità di Orazio e Marziale: “Nescio quid meditans nugarum totus in illis” diceva il primo [cfr. Orazio, ‘Satire’, I 9, v. 2] “parlando di sé stesso”; “Dum nostra legis, exigisque nugas” scriveva il secondo nel “Libro sesto degli Epigrammi” [in realtà il verso è contenuto nel quinto libro. Cfr. Marziale, ‘Epigrammi’, V 80, v. 2]. E di Marziale si potrebbero ricordare altri versi: “Qui meruit nugas primus habere meas” [cfr. Marziale, ‘Epigrammi’, IV 10, v. 4], “Qui vis archetypas habere nugas” [cfr. Marziale, ‘Epigrammi’, VII 11, v. 4], [A Valeriano Pollio] “petens quinto; per quem perire non licet meis Nugis” [Marziale, ‘Epigrammi’, I 113, vv. 5-6]. Le “eruditioni” a sostegno della sua opinione sono numerosissime, ma lo scrivente ritiene che quelle fornite bastino a “confondere ogni ostinata ignoranza”; accusa ricevuta “de’ Broglietti”, prega il destinatario di continuare a inviargliene e si congeda. [La missiva potrebbe essere datata a ridosso della pubblicazione degli ‘Scherzi geniali’, editi a Venezia da Sarzina nel 1632 (parte I) e nel 1634 (parte II). L’opera ebbe larga fortuna editoriale. Il Loredan difende la sua opera dai detrattori anche nella conclusione della premessa al lettore che precede la ‘Vita del Cavalier Marino’, edita a Venezia presso Sarzina nel 1633. Cfr. Giovan Francesco Loredan, ‘Vita del Cavalier Marino’, Venezia, Sarzina, 1633, A chi legge]
Fonte o bibliografia Giovan Francesco Loredan, Lettere del Sig. Gio: Francesco Loredano. Nobile Veneto. Divise in cinquanta Capi, e raccolte da Henrico Giblet, cavalier, Venezia, Guerigli, 1653, p. 435, 'Lettere di discorso'
Compilatore Pogliaghi Elettra
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