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Mittente |
Loredan Giovan Francesco |
Destinatario |
Giudici Alessandro |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
Venezia |
Luogo di arrivo |
Murano |
Incipit |
Scrivo con tutta libertà; perché mi conosco geloso della sua riputatione |
Contenuto e note |
Il mittente esprimerà il proprio parere sul "Sonetto" di Alessandro Giudici, e lo farà "con tutta libertà", anche a costo di provocare nell'autore qualche dispiacere e di risultare irriguardoso. Il componimento è "bello assai", ma le "Rime" hanno qualche difetto: il Loredan ha trovato la prima quartina priva "di quelle forme Poetiche, e di quella soave armonia, che ha reso ammirabile un Marino, ed inimitabile un Preti" [Giovan Battista Marino, Girolamo Preti]. Se i primi due versi, "Toccai con rozza man plettro sonoro,/ Piansi, e cantai con vari sensi Amore", sono passabili, i successivi mancano tanto di "furor Poetico" quanto di "naturalezza" e risultano, per la verità, prosaici: "Non già per conseguir grido d'horore/ Né per tessere al Crine eterno alloro". Applicando "la lima" ai suoi versi e componendo ogni giorno, il destinatario riuscirà ad addolcire la sua vena poetica; il Giudici non ne dubiti e consideri che "l'ultimo Sonetto si pone per ordinario nel principio". |
Fonte o bibliografia |
Giovan Francesco Loredan, Lettere del Sig. Gio: Francesco Loredano. Nobile Veneto. Divise in cinquantadue Capi, e raccolte da Henrico Giblet, cavalier, Venezia, Guerigli, 1653, p. 273, 'Lettere poetiche' |
Compilatore |
Pogliaghi Elettra |
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