Mittente Loredan Giovan Francesco Destinatario [Caracciolo], Principe di Avellino [Francesco Marino]
Data Tipo data assente
Luogo di partenza Venezia Luogo di arrivo Napoli
Incipit Il dottissimo Discorso di Vostra Eccellenza io non so rispondere
Contenuto e note Al "dottissimo Discorso" composto dal Principe di Avellino [Francesco Marino Caracciolo] il Loredan non può che rispondere con un silenzio che scaturisce dalla "maraviglia" e infatti "Admiratio, quae magna est, non parit verba, sed silentium" [cfr. Aulo Gellio, 'Noctes Atticae', 5, 1, 5, dove si legge "Praeterea dicebat magnam laudem non abesse ab admiratione, admirationem autem, quae maxima est, non verba parere, sed silentium"]. La penna e l'ingegno dello scrivente, più volte esortati a raccogliere l'"honore" ricevuto dal destinatario, hanno partorito solo "caratteri d'impotenza", rivelando così l'inabilità del Loredan a "gareggiar" con il suo corrispondente "in materia di Lettere". [Componendo un discorso in risposta a quello del Principe di Avellino] il Loredan si sarebbe guadagnato il glorioso merito di aver corteggiato, con le sue "ombre", le "virtù" del destinatario, ma "il divertimento" delle "publiche occupationi" glielo ha impedito. Il Principe lo compatisca, si persuada che una simile mancanza non tradisce "difetto d'osservanza", ma "debolezza di talenti" e riconosca il forte sentimento di ossequio e venerazione che anima il cuore del Loredan. Lo scrivente dichiara infine di aver composto "quattordici versi" [un sonetto non incluso nella missiva, in risposta a quello del destinatario] con l'aiuto di una "Musa" che, zoppicando, ha arrancato "dietro al Sonetto" del corrrispondente.
Fonte o bibliografia Giovan Francesco Loredan, Lettere del Sig. Gio: Francesco Loredano. Nobile Veneto. Divise in cinquantadue Capi, e raccolte da Henrico Giblet, cavalier, Venezia, Guerigli, 1653, p. 439, 'Risposta a Lettere di discorso'
Compilatore Pogliaghi Elettra
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