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Mittente |
Loredan Giovan Francesco |
Destinatario |
Pona Francesco |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
Venezia |
Luogo di arrivo |
Verona |
Incipit |
Vorrei poter donare la Fortuna a Monsignor Ferdinando Ferrerio, come Vostra Signoria gli contribuisce il merito con le sue lodi |
Contenuto e note |
Desideroso di obbedire ai comandi di Francesco Pona e di favorire la virtù, Loredan si dichiara disposto ad offrire la propria protezione a Monsignor Ferdinando Ferrerio, di cui lo stesso Pona ha tessuto le lodi, nella speranza di potergli donare "la Fortuna". Quali siano le ambizioni di questo virtuoso ecclesiastico, lo scrivente lo ignora, ma invita destinatario e raccomandato a considerare che "in un secolo di ferro" egli non può promettere ai suoi protetti "speranze d'oro". [Il primogenito di Giovan Francesco Loredan, Antonio, nel 1656 pubblicò un volume di 'Primi Studi': come si evince dalla lettera al lettore, l'autore aveva solo dodici anni all'epoca delle traduzioni incluse nel volume, ma su tali traduzioni erano in parte intervenuti il padre e il maestro Ferdinando Ferrerio, "singolare in tutte le cose, ma inimitabile nella Lingua Latina". Possiamo dunque ipotizzare che Giovan Francesco, su invito di Francesco Pona, avesse assunto Ferdinando Ferrerio come maestro di suo figlio Antonio e che quest'ultimo fosse seguito dallo stesso quando aveva dodici anni, cioè nel 1653. Cfr. Antonio Loredano, 'Primi studi di Antonio Loredano nobile veneto divisi in traduttioni, discorsi, e sentenze', Venezia, Guerigli, 1656]. |
Fonte o bibliografia |
Giovan Francesco Loredan, Lettere del Sig. Gio: Francesco Loredano. Nobile Veneto. Divise in cinquantadue Capi, e raccolte da Henrico Giblet, cavalier, Venezia, Guerigli, 1653, p. 14, 'Lettere di promettere' |
Compilatore |
Pogliaghi Elettra |
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