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Mittente |
Loredan Giovan Francesco |
Destinatario |
Nicolò Valvasone |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
Venezia |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Non ho merito, né conoscenza con Vostra Signoria per chieder gratie |
Contenuto e note |
Giovan Francesco Loredan si rivolge a Nicolò "de' Signori di Valvasone" [probabilmente membro della famiglia dei conti di Cuccagna, titolari del feudo di Valvasone, e dunque imparentato con il conte Erasmo di Valvasone, poeta friulano vissuto nel XVI secolo] pur non essendo nella posizione di poterne richiedere le "gratie". Lo scrivente, infatti, non intrattiene un rapporto confidenziale con il destinatario, ma ne conosce la fama di uomo gentile e ha dunque deciso di pregarlo a favore di Giovan Giorgio Tedesco [non identificabile]. Costui, sottoposto a "cotesta Giustizia" [ovvero alla giustizia del feudo di cui il destinatario, evidentemente, è giurisdicente o con il cui giurisdicente ha legami familiari], è innocente e spera di poter essere riconosciuto come tale grazie all'autorevole e benigna protezione del destinatario, dal momento che l'unica colpa che gli si può imputare è la povertà. Loredan spera di potere servire Nicolò Valvasone, perchè solo l'obbedienza ai suoi comandi farà svanire in lui l'imbarazzo per essersi preso indebite confidenze. |
Fonte o bibliografia |
Giovan Francesco Loredan, Lettere del Sig. Gio: Francesco Loredano. Nobile Veneto. Divise in cinquantadue Capi, e raccolte da Henrico Giblet, cavalier, Venezia, Guerigli, 1653, p. 7, 'Lettere di raccomandatione' |
Compilatore |
Pogliaghi Elettra |
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