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Mittente |
Bonifacio (Bonifaccio) Baldassare (Baldassar) |
Destinatario |
Rossi Ottavio |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
[Venezia] |
Luogo di arrivo |
[Brescia] |
Incipit |
A congiuntione d'amicitia che è tra Vostra Signoria e'l Signor Giovanni Bonifacio mio zio |
Contenuto e note |
Baldassare Bonifacio (Baldassar Bonifaccio) chiede un favore in virtù della "congiuntione d'amicitia" che c'è tra suo zio Giovanni (o Giovanfrancesco) Bonifacio e Ottavio Rossi. Bonifacio ricorda a quest'ultimo che gli aveva chiesto questo favore tramite il Signor Stefano Scarpi, segretario del vescovo [Marino (Marin) Zorzi (Giorgi)]. A Seguire gli spiega che il suo antenato "Giovan Francesco Corniani dottore delle leggi, figliuolo di Giovita, fu assessore di cotesta città [Brescia], della quale i suoi maggiori erano stati cittadini". Continua dicendogli che in una parete del palazzo della Ragione [di Brescia] si trova lo stemma gentilizio di questa casata: "uno scudo partito pel mezo della traversa di sopra l'aquila nera in campo d'oro, di sotto il corno da sonare in campo verde e nero". Conclude dicendogli di dargli informazioni sui Corniani in modo che Bonifacio possa presentarli in "publica occorrenza"; si congeda. [Cfr. la lettera di risposta di Rossi 'Io scrissi un'altra mia lettera alla Vostra Signoria molto illustre nella quale io le diedi particolar ragguaglio'; un'altra lettera congiunta a questa è 'Con riverentissimo affetto io ricordo alla humanità', con la quale Bonifacio sollecita Rossi]. |
Fonte o bibliografia |
Lettere del sig. Ottavio Rossi. Raccolte da Bartolomeo Fontana. Con gli argomenti, & nella tavola ridotte sotto a i loro capi. In Brescia per Bartolomeo Fontana, 1621, p. 295 |
Compilatore |
Marzullo Giacomo |
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