Mittente Peranda Giovan Francesco Destinatario Riccardi [Giulio Cesare]
Data 9/3/1590 Tipo data effettiva
Luogo di partenza [Roma] Luogo di arrivo
Incipit Hoggi, che finisce la quintadecima del mio male, sono uscito di letto con la gratia del Signor Dio
Contenuto e note Giovan Francesco Peranda aggiorna il destinatario sul suo stato di salute e lo mette al corrente del fatto che finalmente è riuscito ad alzarsi dal letto. Sostiene che il male sia stato causato dal continuo "andar di notte à Palazzo à negotiar co li Signori Cardinali della Congregatione [la Congregazione viene più volte menzionata dal Peranda all'interno del suo epistolario dal momento che era coinvolta nella richiesta di ampliazione delle facoltà concesse al cardinale Legato, ossia Enrico Caetani; vd. lettere ad Enrico Caetani del 10/12/1589, del 15/12/1589 e del 20/12/1589] ma che ciò è stato necessario e lo rassicura che entro breve tempo, e dopo cinque lunghi anni trascorsi solo a Roma, avrà modo di lasciare la città per cambiare aria e trarne benefici. Gli fa sapere di avergli scritto l'ordine ricevuto da Fabio Riccardi, suo fratello, per la morte del consiglier "Nicuesa" e di avergli inviato le lettere di Fabio per tenerlo informato su quanto fatto [a Roma] "per promuover il negocio nella Corte di Spagna". Dopo avergli espresso il desiderio di avere maggiori informazioni - intuisce che "altri sanno quello, che non sò io" - lo informa di intendere spesso alcune cose dal Duca [Onorato Caetani] riguardo al Patriarca [Camillo Caetani]. Naturalmente agisce con discrezione e fa solo domande attinenti al servizio del cardinale Legato [Enrico Caetani]. In un post scriptum informa il destinatario di essere stato visitato recentemente da monsignor Santi Quattro [Giovanni Antonio Facchinetti, futuro Papa Innocenzo IX] e dal Duca [Onorato Caetani], il quale gli ha "recitato un lungo ragionamento fattogli da S. Santità" [papa Sisto V] ma di non aver potuto avvisare prontamente, riguardo a ciò, il cardinale Legato [Enrico Caetani] a causa della sua convalescenza, e di questo si scusa.
Fonte o bibliografia Giovan Francesco Peranda, Le lettere del signor Gio. Francesco Peranda divise in due parti, Venezia, Gio. Battista Ciotti, 1601, pp. 245-248
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