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Mittente |
Peranda Giovan Francesco |
Destinatario |
[Caetani] [Enrico], Cardinale e Legato [in Francia] |
Data |
30/11/1589 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Potevo mandar a Vostra Signoria Illustrissima la lettera, ch'io le scrissi hiersera, essendo stato spedito |
Contenuto e note |
Dopo avergli rivelato di non aver inviato la lettera scritta il giorno prima [vd. lettera a Enrico Caetani del 29/11/1589] nonostante il Conte d'Olivares avesse spedito quella stessa notte un corriere, passa ad aggiornarlo su una notizia datagli da monsignor Pinelli [Domenico], ossia che il Duca di Nevers [Ludovico Gonzaga] ha pensato di "dar compagnia à Vostra Signoria Illustrissima" [ossia ad Enrico Caetani] per la questione del "Turonese" [allude, con tutta probabilità, all'arcidiocesi di Tours]. Lo avverte anche di aver aggiornato recentemente il già citato cardinal Pinelli [Domenico] riguardo alle ultime cose occorse e gli riporta le tre raccomandazioni che egli [ossia il cardinal Pinelli] ha voluto che il Peranda riferisse [ad Enrico Caetani]. Passa poi a sollecitarlo chiedendogli la stesura di una lettera per monsignor Lancellotti [Scipione] giacché con quello "non ha introdutione" [la stessa cosa il Peranda l'aveva ribadita anche a Giulio Cesare Riccardi, vd. lettera del 17/11/1589] e gli conferma che il corriere di Lione ancora non è giunto [a Roma] e che Sua Santità [papa Sisto V] assieme a tutta la Corte attende le lettere dello stesso Caetani. Lo invita anche a non credere a tutte le notizie che potrebbe ricevere riguardo la figura dell'arcivescovo di "Salzpurg" [Salisburgo, quindi si riferisce a Wolf Dietrich von Raitenau] il quale, se verrà creato cardinale, sarà solo per decisione del pontefice [papa Sisto V] e non perché sono stati offerti "danari alla Lega [santa]". Dichiara, inoltre, che lo stesso papa, dopo averne parlato anche con il cardinal Madruzzo [Ludovico], ha voluto assicurarsi sull'effettiva volontà dell'arcivescovo di Salisburgo proprio perché non intende conferire il cardinalato a persona che non lo desidera; le stesse cose furono ribadite dal pontefice al cardinale d'Altemps [Marco Sittico]. Conclude riportandogli i diversi giudizi espressi sulla questione e riferendogli i pareri palesati dai più, ossia che il papa dovrebbe "differir la sua promotione in altro tempo [...] per non mettersi in necessità di promuovere Don Duarte [la questione era stata toccata dal Peranda anche in un'altra lettera; vd. lettera a Enrico Caetani del 17/11/1589]". Lo informa anche che un tale cardinale gli ha riferito che l'ambasciatore Cesareo "hà ordine di far instanza, che Salzpurg non sia promosso" e che la promozione di Lorena [Carlo di Lorena, figlio di Carlo III duca di Lorena] non è ancora sicura. Chiude constatando che don Virginio [Orsini] non ha ancora mostrato una particolare inclinazione verso un Vescovo specifico per farlo divenire cardinale come, ad esempio, il vescovo di Spoleto [Pietro Orsini], mentre il vescovo di Todi [Angelo Cesi], così come il vescovo Rustici, sono stati rimessi all’anno seguente dallo stesso pontefice [Sisto V]. |
Fonte o bibliografia |
Giovan Francesco Peranda, Le lettere del signor Gio. Francesco Peranda divise in due parti, Venezia, Gio. Battista Ciotti, 1601, p. 214 [paginazione errata] |
Compilatore |
Durastante Giada |
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