|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Mittente |
Peranda Giovan Francesco |
Destinatario |
[Caetani] [Enrico], Cardinale e Legato [in Francia] |
Data |
22/10/1589 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
|
Incipit |
Mi avanza tempo di poter dar a Vostra Signoria Illustrissima il residuo delle cose che io le toccai |
Contenuto e note |
Giovan Francesco Peranda riprende una serie di argomenti che aveva cominciato a raccontare il giorno prima al suo padrone e destinatario [vd. lettera a Enrico Caetani del 21/10/1589]. Menziona, ancora una volta, "il fatto de' Signori Veneziani" esortandolo a non credere ai discorsi altrui poiché, altrimenti, si rischierebbe di andare contro l'ordine che gli era stato dato [al Caetani] dal papa [Sisto V] (ossia quello di non offendere N.). Lo avverte, poi, della partenza [da Roma] di Monsignor Matteucci [Girolamo], nunzio di Venezia, e che "il Castracani" è andato due volte a trovare il Peranda "con offerte amorevolissime". Lo mette anche al corrente riguardo all'amore espresso [nei confronti del Caetani] da parte di Monsignor di Bertinoro [Giovanni Andrea Caligari] e da suo nipote Francesco Orsello. Chiude la lettera riportandogli la notizia appresa da un cardinale (del quale omette volutamente il nome) riguardo ad un suo parente [del cardinale] di nome M. che ha avuto dei problemi con il pontefice [Sisto V] il quale, difatti, non lo vuole a Roma. |
Fonte o bibliografia |
Giovan Francesco Peranda, Le lettere del signor Gio. Francesco Peranda divise in due parti, Venezia, Gio. Battista Ciotti, 1601, pp. 181-182 |
Compilatore |
Durastante Giada |
|
vai al documento
|
|
|
|
Torna all’elenco dei risultati
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|