Mittente Peranda Giovan Francesco Destinatario Caetani Camillo, Patriarca di Alessandria
Data 14/10/1589 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo
Incipit Il Cardinal Santa Severina tiene per estravagante la petition, che noi facciamo del Pallio
Contenuto e note Giovan Francesco Peranda anticipa al padrone e destinatario che il cardinale Santa Severina [Alfonso Pisano] considera stravagante "la petition che noi [Peranda e i due fratelli Caetani, Camillo ed Enrico] facciamo del Pallio [ossia di una fascia di lana ornata da sei piccole croci generalmente riservata al papa, agli arcivescovi, ai patriarchi e ai primati] per Monsignor Illustrissimo Legato" [ossia per Enrico Caetani vd. lettera ad Enrico Caetani del 2/10/1589] oltre a sostenere che il Papa [Sisto V], con tutta probabilità, non garantirà il suo permesso. Nonostante tutto, lo stesso cardinale [Santa Severina] ha promesso di impegnarsi a studiare il caso e di proporlo comunque in Congregazione; per tale motivo ha richiesto al Peranda la stesura di un memoriale da inviare "per manus". Preannuncia, quindi, al suo destinatario che cercherà di cogliere i pareri del cardinale "Santi quattro" [in quel periodo Giovanni Antonio Facchinetti, futuro Papa Innocenzo IX] e degli "altri Signori della Congregatione" e di dare avviso non appena sarà in possesso di tali informazioni. Dopo averlo messo al corrente anche dell'arrivo effettivo di una lettera dello stesso Camillo Caetani scritta per conto suo dal signor Pogibonzi, gli comunica che presto eseguirà l'ordine con i cardinali Santa Severina [Alfonso Pisano], Carafa [Antonio] e Bertinoro [Giovanni Andrea Caligari]. Afferma anche di aver ricevuto l'ordine da Giovanna [Orsini, sorella di Enrico e Camillo Caetani e moglie di Virginio Orsini] di inviargli [a Camillo Caetani] una lettera con certi olii e lo avvisa che presto manderà a Sermoneta le lettere del Duca [Onorato Caetani, fratello dello stesso Camillo]. Conclude prima accennando al "fatto d'arme seguito fra Umena, e Navarra" [Enrico di Navarra], poi chiedendogli di scusarsi con il signor Riccardi [Giulio Cesare] per non potergli scrivere per mancanza di tempo e infine rassicurandolo sulle continue sollecitazioni per la spedizione dei Brevi e delle Bolle [vd. lettere a Enrico Caetani del 2/10/1589, dell' 11/10/1589 e del 14/10/1589].
Fonte o bibliografia Giovan Francesco Peranda, Le lettere del signor Gio. Francesco Peranda divise in due parti, Venezia, Gio. Battista Ciotti, 1601, pp. 166-168
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