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Mittente |
Peranda Giovan Francesco |
Destinatario |
Riccardi Giulio Cesare |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
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Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
Hiersera scrissi a Vostra Signoria quello, che mi occorreva nel particolar nostro |
Contenuto e note |
Giovan Francesco Peranda fa riferimento ad una lettera scritta la sera prima per il destinatario e stilata "alla libera", e lo invita ad accettare "in buona parte quello, che vien da buon volere" giacché le sue parole sono state approvate da "maggior giudice". Allude, quindi, ad un "negotio" del quale dovrà essere messo al corrente lo stesso pontefice [probabilmente Papa Gregorio XIII] e lo esorta affinché lo tenga aggiornato di pari passo. Chiude la lettera nella speranza che il suo destinatario faccia "il fatto suo" da sé, senza l'ausilio "di quell'amico" del quale Peranda diffida. |
Fonte o bibliografia |
Giovan Francesco Peranda, Le lettere del signor Gio. Francesco Peranda divise in due parti, Venezia, Gio. Battista Ciotti, 1601, pp. 81-82 |
Compilatore |
Durastante Giada |
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