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Mittente |
Peranda Giovan Francesco |
Destinatario |
Caetani Camillo |
Data |
25/1/1573 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Nostro Signor prohibì già alcuni giorni l'uso de gli archibuggi |
Contenuto e note |
Peranda avverte Camillo Caetani della decisione presa da "Nostro Signor" [forse Nicola Caetani, zio dello stesso Camillo] il quale proibì, nel corso degli ultimi giorni, l'uso degli archibugi e ordinò di ritirare tutte le licenze già concesse. Segue affermando di aver parlato con Monsignor di San Sisto [dovrebbe trattarsi di Filippo Boncompagni] il quale lo avvertì dell'effettiva revoca delle licenze. Passa poi ad aggiornarlo dell'arrivo del libro che è "in mano di questi Signori della Congregatione del Santo officio" [vd. lettera del 17/11/1572, Il libro è in Dogana, e non si haverà fino à lunedì] e lo rassicura di rispettare l'ordine, poiché ne ha già parlato con il Cardinal di Pisa [probabilmente Giovanni Ricci], nel caso in cui gli fosse concesso di leggere il libro. Lo avverte anche del matrimonio che l'Ambasciatore di Spagna [Juan de de Requesens y Zuñiga, noto anche come Giovanni di Zunica] avrebbe consumato la sera stessa a Cisterna con una vedova siciliana [con ogni probabilità, si tratta di Dorotea Barresi]. Afferma anche che non trovandosi a Cisterna né il Cardinale [Nicola Caetani], né Onorato [Caetani], l'ambasciatore andò a supplire Adriano Acquaviva e che la sposa sarebbe stata intrattenuta, oltre che da Beatrice [Caetani Cesi] e dalla sig. Violante, anche da "un branco d'altre Donne di Casa". |
Fonte o bibliografia |
Giovan Francesco Peranda, Le lettere del signor Gio. Francesco Peranda divise in due parti, Venezia, Gio. Battista Ciotti, 1601, pp. 40-41 |
Compilatore |
Durastante Giada |
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