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Mittente |
Peranda Giovan Francesco |
Destinatario |
Signori del Pignattino |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
Cisterna |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Ho fatto un mezzo appalto dei meloni di Sermoneta con proposito |
Contenuto e note |
Il tono è piuttosto ironico e ai limiti del sarcastico, mentre il linguaggio è prettamente metaforico. Il Peranda promette di inviare ai propri destinatari “un mezzo appalto de’ meloni di Sermoneta” con l’obiettivo di guadagnarsi la loro grazia. Intanto, per mantenere la promessa fatta e per “trattenimento loro”, decide di inviare loro delle cipolle in modo da addomesticarli. Li invita ad accettare il proprio dono senza ritenerlo cibo vile poiché esse furono nobilitate alla tavola di Giulio III. Cita anche le plausibili sentenze del sig. Basso e del sig. Cesario: il primo ritiene che le cipolle migliori siano quelle che non fanno lacrimare così come lo sono “i padroni del nostro tempo, i quali si chiamano buoni, quando non ci fanno piangere”; il secondo, invece, è di tutt’altro parere poiché ama le cipolle forti. Chiude la lettera con la speranza che il dono possa essere gradito. |
Fonte o bibliografia |
Giovan Francesco Peranda, Le lettere del signor Gio. Francesco Peranda divise in due parti, Venezia, Gio. Battista Ciotti, 1601, pp. 21-23 |
Compilatore |
Durastante Giada |
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