Mittente Finardi Angelo Destinatario Magliabechi Antonio
Data 3/7/1675 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Bergamo Luogo di arrivo Firenze
Incipit A mia somma disgrazia ascrivo il non vedermi più graziato da Vostra Signoria Illustrissima
Contenuto e note Non ricevendo da tempo lettere da Magliabechi, Finardi teme che qualcuno gli abbia "alienato” il “candidissimo affetto” del corrispondente; si rassicura però perché il conte Giovanni Paolo Calepio, riferendo della cortesia [usatagli nel suo soggiorno a Firenze da Magliabechi] gli fa arguire che l'affetto di quest’ultimo non è "del tutto estinto". Supplica Magliabechi di adoperarsi a favore del convento [di S. Agostino a Bergamo] "ridotto al verde" per la perdita in Brescia della causa [intentata da Pietro Albrici, relativa a diritti di proprietà]. È certo che perderà anche il giudizio d’appello che seguirà a Venezia se le parti del monastero, documentabili con due Bolle Pontificie, d'Alessandro VI e Giulio II, non saranno appoggiate da “qualche gran Personaggio” Chiede l'intercessione del granduca [Cosimo III de' Medici] presso il doge [Nicolò Sagredo] perché "protegga e favorisca" la causa, in modo da salvare il convento, "benemeritissimo" del Pubblico suffragio delle anime del Purgatorio”.
Fonte o bibliografia 'Clarorum Venetorum ad Ant. Magliabechium nonnullosque alios epistolae', a cura di Giovanni Targioni Tozzetti, Firenze, Tipografia ad Insigne Apollinis in Platea Magni Ducis, 1745. Volume II, pp. 223-224
Compilatore Poli Michele
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