Mittente Buonarroti Michelangelo Destinatario Colonna Vittoria
Data 1541 Tipo data congetturale
Luogo di partenza [Roma] Luogo di arrivo [Roma]
Incipit Prima che io pigliassi le cose che Vostra Signoria
Contenuto e note Michelangelo Buonarroti accetta con profonda riconoscenza “le cose” che Vittoria Colonna gli ha donato [molto probabilmente le poesie che gli invia intorno al 1540, di cui lui stesso dà notizia in una lettera al nipote Leonardo del 7 marzo 1551, consultabile in Paola Barocchi e Renzo Ristori, Il carteggio di Michelangelo, Firenze, edizione postuma di G. Poggi, 1965-1983, vol. IV p. 361] e desidera ricambiare in ogni modo, sebbene consapevole che nessuna sua opera potrà mai eguagliare tanta grazia ricevuta. Tramite Urbino [il suo fedelissimo servitore Francesco Amadori] che consegnerà la missiva, Vittoria potrà organizzare l’incontro promesso per “mostrargli la testa” [forse la reliquia della Veronica presente a S. Silvestro in capite, dove risiede la marchesa]. Nella parte superiore del foglio che conserva la lettera (manoscritto AB XIII della Biblioteca Laurenziana di Firenze, carta 114) si legge un sonetto autografo (“Per esser manco almen, signora, indegnio”) copiato accanto con qualche variante da Donato Giannotti e successivamente ritoccato da Michelangelo con nuove correzioni (Il testo definitivo si legge nell’edizione delle Rime a cura di E. N. Girardi, Bari, Laterza, 1960, 159). Sul fondo della carta segue poi una copia della lettera stessa, sempre di mano del Giannotti.
Fonte o bibliografia Paola Barocchi e Renzo Ristori, Il carteggio di Michelangelo, Firenze, edizione postuma di G. Poggi, 1965-1983, Vol. IV pp. 120-121.
Compilatore Liguori Marianna
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